E’ da almeno 3 anni che dichiara al mondo di essere il figlio illeggittimo di Carlo III e della sua consorte Camilla. E’ facile pensare all’ennesimo mitomane o a qualcuno in cerca di visibilità, ma se ci fosse qualcosa di vero nelle sue affermazioni? La famiglia reale, ovviamente, non ha dato alcun peso alla questione, preferendo non rispondendo a nessuna uscita fantasiosa dell’uomo.
In passato si sarebbe rivolto persino al tribunale chiedendo di verificare le sue origini, ma non è mai stato preso seriamente in considerazione. Nelle ultime ore, con la morte della Regina Elisabetta, questo ingegnere inglese ha rotto nuovamente il silenzio con un annuncio incredibile sui social: questa volta ha avanzato delle pretese davvero assurde.
Ecco cosa recrimina
Di tanto in tanto, tale Simon Charles Dorante-Day, pubblica un nuovo post sui social con il quale cerca di convincere tutti delle sue origini reali. Di recente, ha suscitato non poca ilarità tra i suoi followers, che ironicamento lo chiamano ‘principe‘, un fotomontaggio pubblicato sempre dall’uomo nel quale fa comparire la sua faccia in una foto di Carlo e Camilla.
Con la morte della Regina Elisabetta, con la quale evidentemente si riterrebbe imparentato, Simon Charles è tornato alla carica con delle recriminazioni assurde: cioè di essere considerato primo erede al trono di Carlo III al posto di William. Ma tornando alla sua storia, almeno da quello che afferma, l’uomo sarebbe stato adottato alla nascita nel 1966 da una famiglia inglese, che si sarebbe poi trasferita in Australia. I suoi genitori biologici, sarebbero invece proprio Carlo e Camilla, ai tempi appena adolescenti, i quali nascosero la gravidanza di questo figlio illegittimo.
Ad ingenerare in lui queste convizioni sarebbe stata la nonna adottiva, che lavorava insieme al marito a Buckingam Palace: “Mi ha sempre raccontato di aver prestato servizio a Buckingham Palace e che io sono il figlio di Carlo e Camilla”. Forte di questa storia, l’uomo si sarebbe rivolto anche all’Alta Corte di Sidney, per var valere queste recriminazioni ed ottenere il riconoscimento, ma nessun tribunale ha concesso lui l’esame del Dna. L’ingegnere australiano non intende darsi però per vinto, è certo che sentiremo ancora parlare di lui.