La gravidanza è un periodo indimenticabile nella vita di una coppia. Mentre la donna, già dal test positivo, inizia ad accarezzarsi il pancino, incredula e, nello stesso tempo, a volte impaurita dalla nuova esperienza, la più impegnativa per eccellenza; per l’uomo le cose vanno diversamente.
C’è chi ha sempre desiderato diventar padre ed accoglie con gioia la notizia; chi ci mette più tempo a metabolizzare l’arrivo di una creaturina che lo spodesterà dal trono delle attenzioni della sua partner per un bel po’.
Alla fine, a meno che non si tratti di casi rientranti nella cronaca nera, l’attesa viene ricompensata con una gioia indescrivibile: quella di uno scricciolo tenerissimo che, dopo aver dimorato per mesi in pancia, emette il suo primo pianto…il suo primo inno alla vita.
Sono momenti indimenticabili, di lacrime, incredulità, curiosità, vulnerabilità dinnanzi ad un fagottino che ci chiede attenzioni, regalandoci sorrisi, amore incondizionato, amore puro.
Purtroppo non tutte le coppie di neogenitori hanno la fortuna di vivere felicemente il post- parto e la storia di cui vi sto per parlare ne è l’esempio lampante.