Quasi tutte le donne, almeno una volta nella vita, soffrono di infezioni urinarie e il rischio aumenta quando si aspetta un bambino: infatti, si è più soggette a contrarre un infezione da escherichia coli in gravidanza.
In generale, soprattutto verso la fine della gestazione, le donne sono più soggette a contrarre infezioni, uno dei motivi è che il feto, crescendo in peso e dimensioni provoca compressione dell’apparato genitale-urinario dove spesso si verifica un ristagno di urina che rappresenta un ambiente ideale per la proliferazione di batteri e infezioni.
Le infezioni urinarie possono essere anche asintomatiche e lievi ma possono progredire facilmente interessando anche la vescica e i reni. Il responsabile, molto spesso, è l’escherichia coli, uno dei più comuni microbi presenti nelle feci.
Si tratta di un batterio fisiologicamente presente nel tratto digestivo umano e che, in condizioni normali, convive senza problemi con la flora batterica intestinale. Se, però, la sua concentrazione aumenta e i batteri invadono l’uretra, può dare origine ad un’infezione comunemente nota come cistite, molto diffusa nella popolazione femminile.
Le statistiche dicono che nel 15% delle gravidanze si verifica un’infezione urinaria e che, nell’80% dei casi, il responsabile è l’escherichia coli.
Le cause dell’escherichia coli in gravidanza
La gravidanza, per il corpo femminile comporta notevoli cambiamenti fisiologici. Le difese immunitarie diventano più blande, riducendo la capacità di reazione nei confronti dei corpi estranei, proprio per far trattenere al corpo il feto, il quale, essendo esso stesso un corpo estraneo, verrebbe altrimenti espulso.
In gravidanza, oltre alla compressione dell’apparato urinario dovuta al peso del feto, si associano, infatti, ulteriori fattori di rischio: una maggior produzione di progesterone, ad esempio, che rallenta i movimenti intestinali favorendo la stitichezza.
La conseguente stasi fecale favorisce la proliferazione batterica. Il rischio di escherichia coli in gravidanza aumenta per via del fatto che si tende a disidratarsi più facilmente, che da una parte rende più difficoltoso il corretto funzionamento dell’intestino, dall’altra rende le urine più concentrate e più ricche di batteri.
Le variazioni ormonali della gravidanza modificano il PH dell’apparato urinario, che diventa meno ostile all’ingresso e alla proliferazione di batteri provenienti dall’intestino. Tra l’altro, i genitali femminili sono molto vicini all’ano e i batteri non devono fare molta strada per raggiungerli.
Le infezioni da escherichia coli possono essere contratte anche entrando in contatto con feci umane o animali, ad esempio bevendo dell’acqua o ingerendo del cibo contaminato dalle feci.
I sintomi più comuni
I sintomi di un infezione urinaria, solitamente, si presentano circa quattro giorni dopo il contagio.
Le avvisaglie più comuni dell’escherichia coli in gravidanza sono: bruciore, frequente bisogno di urinare associato ad una scarsa quantità di urina emessa, dolore durante la minzione, fastidi e dolori a livello del pube, debolezza e difficoltà a urinare.
Anche la febbre può essere un sintomo legato alla presenza di un’infezione da escherichia coli in gravidanza e talvolta si possono verificare perdite di sangue nelle urine.
Sintomi di solito legati ad un infezione grave includono anche crampi allo stomaco, nausea, vomito e diarrea, anche emorragica. Quando il batterio colpisce il sangue, oppure i reni, i sintomi sono più acuti e si manifestano sotto forma di febbre, lividore e pallore cutaneo.
A volte, però, i sintomi sono molto blandi e la futura mamma potrebbe non accorgersi dell’infezione, considerato che in gravidanza è facile che aumenti lo stimolo ad urinare, soprattutto negli ultimi mesi. Questo è il motivo per il quale le donne in gravidanza devono prestare maggiore attenzione sottoponendosi a controlli costanti.
Escherichia coli in gravidanza: rischi per il feto
Virali o batteriche, le infezioni in gravidanza possono essere pericolose per mamma e bambino.
I rischi per il feto sono associati soprattutto ai parti pretermine e all’aumento di probabilità di rottura delle membrane prima del tempo. Lo stimolo infiammatorio, infatti, potrebbe indurre l’utero a contrarsi, aumentando il rischio di parto prematuro e, talvolta, persino di aborto.
Inoltre, si rischia di dover optare per un parto cesareo al posto di un parto naturale per evitare che il bambino venga contagiato durante la sua discesa nel canale del parto.
Per questo, è importante combattere e curare le infezioni delle vie urinarie ancora prima della manifestazione dei sintomi.
Escherichia coli: come curarlo in gravidanza
Per identificare la presenza di un’infezione da escherichia coli in gravidanza è sufficiente sottoporsi ad un tampone vaginale e ad un esame delle urine associato ad una urino coltura.
Per le donne in stato interessante è consigliato sempre anche uno screening generale per la “batteriuria”, ossia la presenza di batteri nelle urine per rilevare l’escherichia coli o altri eventuali ceppi.
Chi ha avuto a che fare con un’infezione delle vie urinarie sa quanto sia problematica e complessa da trattare e quanto sia importante non sottovalutarla. La terapia consigliata per la cura, di solito, prevede l’assunzione di antibiotici compatibili con la gestazione, un trattamento aggressivo per evitare di mettere a rischio la gravidanza.
Tuttavia, è ancora più importante la prevenzione delle infezioni da escherichia coli in gravidanza, in particolare se si è già sofferto del fastidio prima di rimanere incinta e si sa di essere predisposte al problema.
Gli accorgimenti da seguire per evitare di creare nell’organismo un ambiente ospitale per le infezioni sono: bere molta acqua, curare molto l’igiene intima con prodotti non aggressivi e facendo attenzione a non contaminare i genitali con le feci, evitare di trattenere a lungo le urine, seguire un alimentazione sana e ricca di fibre praticando regolare attività fisica, evitare i cibi che irritano l’intestino come spezie e caffè e, infine, evitare indumenti stretti e sintetici che limitano la traspirazione.
Rimedi naturali contro le infezioni da escherichia coli
Per cercare di prevenire le infezioni da escherichia coli in gravidanza si può ricorrere anche all’uso di integratori a base di mirtillo rosso o uva ursina.
Si tratta di due sostanze innocue per la gravidanza, il loro effetto è quello di ridurre il PH delle urine ostacolando l’adesione del batterio alle pareti della vescica.
Questi piccoli stratagemmi possono essere utili unitamente a una dieta corretta, che deve essere povera di zuccheri e capace di fornire una buona quantità di proteine e sali minerali, oltre a una quantità moderata di carboidrati e di grassi. Anche controllare il peso aiuta a proteggere dalle infezioni, sia cutanee che genitali.
L’importanza dei controlli costanti
Per prevenire le infezioni da escherichia coli in gravidanza è necessario sottoporsi a controlli regolari, anche se la gravidanza procede normalmente.
Non bisogna aspettare di avere sintomi o alterazioni, dal momento che spesso non si presentano, è molto importante, invece, poter fare una diagnosi tempestiva, soprattutto per evitare eventuali complicazioni che, seppur rare, non possono mai essere escluse.
Bisogna anche considerare che in gravidanza possono essere somministrati solo pochi farmaci, e questo può rendere più difficile la cura dell’infezione. L’esame delle urine viene eseguito una volta al mese, per i primi sette-otto mesi.
Nell’ultimo mese, a seconda dei casi, si può ripetere fino a una volta alla settimana. Per quanto riguarda i controlli vaginali, cioè l’esecuzione di un tampone vaginale, in caso di sospetta infezione il ginecologo può richiedere l’esame in qualsiasi momento della gravidanza.