La colecistite è un’infiammazione della cistifellea, meglio conosciuta come colecisti (un organo a forma di pera che si trova sotto il fegato e che ha la funzione di immagazzinare e concentrare la bile prodotta dal fegato) che si verifica solitamente quando un calcolo biliare ostruisce un dotto cistico, cioè quel condotto che unisce la cistifellea ad un altro canale chiamato dotto epatico, che fuoriesce dal fegato. Da non sottovalutare inoltre, che in molti casi si può anche andare incontro ad un’infezione provocata da batteri che arrivano direttamente dall’intestino, dal fegato o dalle vie linfatiche.
La colecistite – che può essere acuta (colpisce all’improvviso, con dolore forte e continuo nella parte alta dell’addome) o cronica (caratterizzata da attacchi ripetuti) – può purtroppo colpire anche in gravidanza, per ragioni anatomiche e quasi fisiologiche, cioè proprio per una questione di posizione degli organi.
Durante la gravidanza infatti, il feto spinge lo stomaco e l’intestino all’indietro e verso il lato, stimolando l’aumento della peristalsi intestinale: così facendo ne facilitano lo svuotamento di entrambi gli organi: questo svuotamento favorisce il ristagno della bile all’interno della cistifellea.
Come si manifesta la colecistite in gravidanza
Uno dei sintomi principali e comuni a tutte le donne affette da colecistite (indipendentemente che esse siano in dolce attesa o no) è il dolore intenso – nella parte superiore destra – che aumenta diventando sempre più insopportabile, soprattutto nel momento in cui si esercita una pressione. Più raramente invece si presentano anche sintomi come nausea, inappetenza, vomito e febbre.
Sicuramente, uno dei primi rimedi da adottare è una dieta povera di zuccheri, proteine e grassi, caratterizzata da pasti frequenti e piccoli.
Nei casi più difficili da gestire con l’alimentazione, si può ricorrere all’assunzione di farmacia che leniscano il dolore e che tengano sotto controllo l’ infiammazione: quando nemmeno questo funziona, si può ricorrere alla rimozione della cistifellea, ma questo, per le donne in dolce attesa, è un rimedio da prendere in considerazione solo dopo il parto.