Ciuccio: a che età toglierlo e in che modo

Sono in tanti i piccoli che proprio non riescono a rinunciare al ciuccio ma seguendo i consigli degli esperti su quando e come toglierlo tutto sarà più semplice.

Ciuccio: a che età toglierlo e in che modo

La suzione è il riflesso istintivo più naturale di un neonato, già presente anche nel grembo materno, come dimostrato qualche volta dalle ecografie che mostrano il feto nell’atto di succhiare con vigore il pollice. Succhiare soddisfa un bisogno primario: quello della nutrizione, ma funge anche da antidoto al senso di solitudine che è comune nel lattante ma anche nel bambino più grande.

Il ciuccio ricorda la forma del capezzolo materno, permettendo al piccolo, quando la mamma è assente, di calmarsi e autoconsolarsi, diventando quello che gli psicologi definiscono “oggetto transizionale”, ossia un oggetto su cui il bambino concentra il suo interesse in sostituzione della figura materna.

Benefici del ciuccio

Il ciuccio concilia il sonno (ad esempio in caso di colichette o di difficoltà d’addormentamento), scarica la tensione, proprio come può essere per un adulto fumare una sigaretta o mangiucchiare qualcosa, fa sentire il piccolo sicuro e protetto, dà piacere. L’atto della suzione rappresenta un metodo di esplorazione del mondo circostante, che è essenziale per il corretto sviluppo psicologico. Il bimbo porta alla bocca qualsiasi oggetto, dal giocattolo ai piedi, poichè nel periodo che va dalla nascita ai due anni (cosiddetta fase orale), la bocca è fonte di piacere. 

A quale età togliere il ciuccio

Gli studi condotti confermano che i banbini che continuano ad usare il ciuccio o succhiano il dito dopo i 4 anni vanno incontro, con maggiori probabilità, a malocclusione dentale nella parte posteriore della bocca. I pedagogisti e gli esperti consigliano, pertanto, di togliere il ciuccio entro i 3 anni di età. 

Se i genitori si accorgono che il bimbo è pronto, è sicuro di se, possono incominciare a toglierlo gradatamente, approfittando, magari, di qualche giorno di vacanza, quando tutta la famiglia è più spensierata. Le difficoltà legate al ciuccio tolto sono legate solo ai primi giorni, quando il bimbo deve abituarsi alla sua assenza e all’impossibilità di rilassarsi con l’unico modo che conosce, per cui dovrà trovarne altri.

Come togliere il ciuccio

Per togliere il ciuccio, scegliete, innanzitutto, un periodo in cui il bambino non abbia a che fare con altri cambiamenti (es. arrivo di un fratellino, inserimento a scuola, spannolinamento). Troppi cambiamenti nello stesso momento non vanno bene e potrebbero rendere difficile la riuscita di questa missione che sembra già impossibile. 

Procedete per gradi. Magari evitate che tenga il ciuccio mentre gioca. Se piange o fa i capricci, non ricorrete subito al ciuccio ma capite da dove viene la sua frustrazione, dategli attenzione, con pazienza ed empatia. Dategli il ciuccio poi solo durante i riposini e per la dormita notturna. Pian piano, step by step, toglietelo anche nei riposini pomeridiani e, infine, di notte. Quest’ultimo passaggio, quello che lo staccherà per sempre dal suo amato ciuccio, è il più difficile, in genere, per cui confortatelo fino a quando non si addormenta. 

Molti genitori modificano il ciuccio, effettuando dei piccoli buchi o tagliandolo a forma di X nella punta, in modo che perda l’aspirazione e che, così facendo, il piccolo non lo voglia più. Altri, invece, lo intingono nel limone o nell’aceto ma io sconsiglierei questa pratica, così come sconsigliato dai pediatri è rompere il ciuccio perchè potrebbe spezzettarsi in tanti microscopici pezzettini che, ingeriti, provocherebbero soffocamento.

Se il bimbo ha un fratellino appena nato, un cuginetto o un amico più piccolo, potete convincere vostro figlio a regalarlo, in quanto i bambini si sentono grandi soprattutto davanti ad un bambino più piccolo. La fantasia dei genitori è talmente grande che c’è chi, al posto della fatina dei denti, introduce la fatina del ciuccio che se lo porta via.

Una strategia che sembra funzionare è quella del “Se l’è mangiato il gatto” (ovviamente se avete un gatto come animale domestico cui attribuire disgraziatamente la colpa di essersi fregato il ciuccio del vostro bambino). In alternativa, potreste sempre dire di averlo perso e non è colpa di nessuno se ciò è successo, per cui la tragedia durerà poco e tutto si ripristinerà. 

Una scusa che sembra andar per la maggiore sapete qual è? Il ciuccio ha bisogno di riposare e andare a casa sua. Funziona tantissimo. Occorrerà semplicemente una scatolina che non utilizzate in cui deporre il ciuccio prima nei momenti di gioco, poi quando si esce e, infine tutto il giorno, quando, insomma, sarà andato ufficialmente in pensione! Provare per credere!

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