Bimbi trovati morti nelle valigie: quello che emerge è da brividi

Una vicenda davvero incredibile quella che vi stiamo per raccontare, nessuno avrebbe mai creduto a quello che sarebbe successo. Vediamo di cosa si tratta.

Bimbi trovati morti nelle valigie: quello che emerge è da brividi

In questo periodo il nostro Paese è sconvolto da numerose tragedie che stanno gettando apprensione tra la popolazione. Intere comunità sono attraversate da lutti tremendi, a volte improvvisi. Si tratta di fatti che sconvolgono e che fanno anche pensare. Ed è proprio quello che è avvenuto in in queste ore, precisamente nella serata del 15 settembre, quando a Brindisi un ragazzo di 30 anni è precipitato da uno dei muraglioni del Monumento al Marinaio d’Italia dopo un volo di una decina di metri. 

Purtroppo, nonostante i soccorsi tempestivi, per il ragazzo non vi è stato nulla da fare. Il 30enne è deceduto presso il Pronto Soccorso dell’ospedale Antonio Perrino di Brindisi, dove era arrivato già in condizioni disperate. Ma quella che vi stiamo per raccontare nei prossimi paragrafi è una vicenda assurda, e che ha destato sconcerto tra la popolazione.

Tutti sotto shock, “gli ha uccisi”

La storia in questione risale al 2018 e ha avuto un tragico epilogo soltanto in questo ultimo mese. L’11 agosto scorso, infatti, i corpi di due bambini di 7 e 10 anni sono stati trovati chiusi in alcune valigie in Nuova Zelanda. Il ritrovamento è avvenuto l’11 agosto scorso e ha scioccato la comunità di Auckland, capitale della Nuova Zelanda. 

Secondo quanto riferiscono i media internazionali la polizia nelle scorse ha identificato la madre dei due bambini, la quale adesso è accusata di aver ucciso le due creature. La donna sarebbe una 42enne originaria neozelandese ma originaria della Corea del Sud. Proprio in Corea la donna è stata arrestata su ordine delle autorità neozelandesi. 

Il caso è molto delicato e le indagini, definite dagli inquirenti “molto difficili”, sono solo all’inizio. “Giovedì la polizia ha arrestato la sospettata in un appartamento nella città portuale di Ulsan” – così recita un comunicato dalla polizia corena e neozelandese, i quali corpi hanno collaborato assieme nelle indagini.

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