Agnocasto: proprietà, usi e controindicazioni

Fra miti e leggende, l'agnocasto è un rimedio naturale a tante patologie legate alla fertilità e a diversi ambiti della sfera fisiologica femminile. Vediamo insieme le sue proprietà e come usarlo.

Agnocasto: proprietà, usi e controindicazioni

Agnocasto: il nome rimanda immediatamente ad un’associazione d’idee con la purezza virginale. Pianta tipica della macchia mediterranea e dell’Asia Centrale, è conosciuta da tempi immemori; secondo i racconti di Plinio il Vecchio, era consuetudine cospargere i suoi bellissimi fiori (di tonalità tra il glicine e l’indaco) nei letti delle donne ateniesi, per preservarne la fedeltà mentre i loro mariti o promessi sposi erano lontani durante le guerre.

A cavallo tra il primo ed il secondo millennio dell’epoca cristiana, invece, l’utilizzo dei boccioli era frequente negli ambienti clericali, in quanto considerati anafrodisiaci per gli uomini: l’intento era quello di soffocare gli impulsi della libido per rispettare il voto di castità. Tale finalità valse all’erba i nomi di “pepe dei monaci”, “pepe dei benedettini” e “falso pepe”, anche per la straordinaria somiglianza dei frutti essiccati con le bacche di pepe nero. Nei paesi anglofoni è chiamato “monk’s pepper”.

Ma quanto c’è di vero in queste credenze di un lontano passato?

La pianta Vitex agnus-castus

La pianta Vitex agnus-castus

Agnocasto e fertilità: un alleato per le donne

Il nome scientifico di questa pianta dalle foglie affusolate, appuntite e simili a quelle delle palme è vitex agnus castus. Secondo la classificazione di Linneo appartiene alla famiglia delle Verbenaceae, mentre in base ai criteri APG a quella delle Lamiaceae. Amante dell’acqua e dell’umidità, l’agnocasto riesce a raggiungere i sei metri d’altezza e cresce bene in prossimità dei mari, nonché in riva ai fiumi ed ai torrenti.

Regolatore del sistema ormonale femminile, agisce sui sintomi fisici e psichici causati dalle fluttuazioni del ciclo mestruale. È ricco di flavonoidi, come la vitexina, l’isovitexina e la casticina, dalle proprietà anti-estrogeniche: queste sostanze aumentano i livelli di progesterone e favoriscono la produzione dell’ormone luteinizzante LH, quindi dell’ovulazione, con effetti positivi anche in caso di ovaio policistico. Da anni, infatti, la relazione fra trattamento con agnocasto e fertilità risulta comprovato da diverse ricerche.

Occorre ricordare anche l’azione riequilibrante su tutte le anomalie mestruali, che si tratti di dismenorrea, di flussi sovrabbondanti o insufficienti, di cicli che saltano o che, addirittura, scompaiono per cause apparentemente ignote. Anche la sindrome premestruale risponde molto bene al trattamento con agnocasto: allevia i sintomi del mal di testa, riduce la ritenzione idrica, attenua l’irritabilità ed il malumore tipici di questa fase e, ovviamente, contrasta la mastodinia, meglio conosciuta come “dolore al seno”. In questo caso, alla diminuzione della tensione mammaria si accompagna una riduzione dei livelli di prolattina, corrispondente ad un aumento della dopamina.

L'assunzione deve essere consigliata da un medico

L’assunzione deve essere consigliata da un medico

Perfino durante la menopausa si può trarre beneficio dall’assunzione di preparati officinali a base di vitex agnus castus: perdita di capelli, disturbi del sonno, vampate e ristagno dei liquidi diventano sintomi a termine, una volta iniziata una cura con questo rimedio naturale. Anche in questo caso i disturbi trattati si estendono anche alla sfera psico-emotiva: la pianta rappresenta un valido aiuto negli stati ansiosi e nei disturbi depressivi legati ai cambiamenti del sistema ormonale. Da non dimenticare la sua efficacia nell’allattamento, durante il quale stimola la produzione del secreto materno.

Come assumerlo e dove si acquista

Questo rimedio fitoterapico si trova in erba, in tintura madre e in opercoli. Dal momento che il preparato officinale si differenzia da quello farmaceutico per la variabilità di concentrazione del principio attivo da un’azienda ad un’altra, bisogna andare per tentativi e sperare, nel breve termine, di trovare il prodotto con il dosaggio più adatto alle proprie esigenze.

Uno dei migliori sul mercato è l’Agnocasto Solgar, in confezioni da 90 capsule, contenente ognuna 400 mg di estratto secco, da prendere a colazione; la quantità ideale si aggira da un minimo di una ad un massimo di tre unità giornaliere.

Ad ogni modo, l’efficacia ad ampio spettro del “pepe dei monaci” sul sistema ormonale femminile diventa prodigiosa solo con un suo utilizzo protratto e costante, di almeno qualche mese, poiché deve adeguarsi alle fluttuazioni dei cicli ormonali.

Il modo più pratico di assumerlo è in capsule

Il modo più pratico di assumerlo è in capsule

Effetti collaterali dell’agnocasto

Tuttavia, il fatto che si tratti di un rimedio naturale non significa che sia esente da precauzioni d’impiego e da effetti collaterali: persone con accertata allergia o sensibilità all’agnocasto devono astenersi dall’assunzione, in quanto determina nausea, aumento anomalo del flusso mestruale e mal di testa, con annullamento di tutti i potenziali benefici.

Da non dimenticare, infine, le interazioni con i medicinali: se si assumono farmaci che hanno già un certo controllo del sistema ormonale, come la pillola anticoncezionale, bisogna consultare il medico. Per la sua azione sedativa, non va usata contemporaneamente a trattamenti con barbiturici, ansiolitici, anti depressivi e sonniferi, poiché questa combinazione potrebbe causare disturbi del sonno, dell’umore e dell’attenzione. L’uso in gravidanza potrebbe alterare lo sviluppo del feto e, per lo stesso motivo, il divieto è particolarmente restrittivo per la fecondazione in vitro.

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