Uomini e Donne, l’annuncio che sconvolge i fan del programma (2 / 2)

Il programma televisivo “Uomini e Donne” ha segnato un momento storico nella televisione italiana con l’introduzione del “trono gay” durante le stagioni 2016/17 e 2017/18. Creato e condotto da Maria De Filippi, il dating show ha portato in scena storie d’amore tra persone dello stesso sesso, suscitando emozioni e dibattiti accesi.

Il 26 agosto 2016, il pubblico ha conosciuto Claudio Sona, un 29enne di Verona, primo tronista omosessuale di “Uomini e Donne”. La sua storia d’amore con Mario Serpa ha appassionato milioni di telespettatori, caratterizzata da baci, litigi, e momenti romantici. Questa relazione ha rappresentato una vera e propria svolta, non solo per il programma, ma anche per la società italiana, offrendo visibilità e normalizzazione alle storie d’amore LGBTQI+.

L’anno successivo, il 31 agosto 2017, è stato il turno di Alex Migliorini, un giovane parrucchiere di Verona. La sua storia con Alessandro D’Amico ha seguito un percorso simile, ricco di emozioni, risate e lacrime, culminando in una relazione che ha coinvolto profondamente il pubblico.

Entrambi i troni gay hanno alimentato il dibattito pubblico, portando alla ribalta questioni legate all’amore omosessuale. Tuttavia, le relazioni non sono state immuni alle critiche. Alcuni telespettatori hanno segnalato crisi e presunti tradimenti, alimentando pregiudizi omofobi e mettendo in discussione la sincerità delle relazioni tra persone dello stesso sesso.

Nonostante il successo di pubblico e il dibattito suscitato, dal 2017 il trono omosessuale non è più stato riproposto. Inoltre, un trono lesbico, con protagoniste donne che amano donne, non è mai stato realizzato. Questo ha sollevato domande tra i telespettatori e gli appassionati del programma: perché il trono omosessuale è stato abbandonato? E perché non è mai stato introdotto un trono lesbico? Nonostante le storie di questi troni abbiano premiato gli ascolti e generato dibattito, il format non è stato ripreso. Rimane incerto se questa decisione sia dovuta a questioni di produzione, ascolti o altre dinamiche interne.