Sindrome di Stoccolma in amore: sintomi, cura e come uscirne

La Sindrome di Stoccolma è un disturbo psicologico, per il quale una persona sottomessa, prova dei sentimenti di amore nei confronti del suo carnefice. Questo disturbo provoca il completo isolamento della vittima, che ne può uscire soprattutto grazie all'aiuto di amici e parenti.

Sindrome di Stoccolma in amore: sintomi, cura e come uscirne

La sindrome di Stoccolma è una dipendenza psicologica oppure affettiva che si verifica in determinate situazioni, nelle quali chi ne soffre è stato vittima di un abuso, che può essere sia fisico, che verbale, che psicologico.

Quando in un soggetto si sviluppa questa patologia, nonostante lo stesso sia una vittima, non riesce ad odiare il proprio aggressore, al contrario, prova un sentimento di affetto nei suoi confronti e da vittima si trasforma in persona completamente sottomessa, creando così una forma di legame tra vittima e persecutore.  Questa violenza psicologica, spesso è accompagnata da qualche gentilezza, in questo modo il vincolo sentimentale tra vittima ed abusante diventa ancora più intenso.

Facciamo un passo indietro, da dove deriva questo disturbo? Il nome trae origine proprio dalla città di Stoccolma, quando, il 23 agosto 1974 durante una rapina in una banca, quattro persone vennero tenute in ostaggio, ma al termine delle operazioni, gli stessi (tre donne e un uomo) difesero i due rapinatori e una delle donne si innamorò di uno di loro.

La Sindrome di Stoccolma è stata studiata per anni ed è presente anche in molti film, come ad esempio in “Legami”, la pellicola di Pedro Almodovar interpretata da Antonio Banderas, anche se molti critici sono concordi nell’indicare il cartone animato “La Bella e la Bestia” come uno degli esempi più lampanti di questo disturbo psicologico.

Chi è affetto dalla sindrome di Stoccolma non riesce a fare a meno di voler bene al proprio aggressore

Chi è affetto dalla sindrome di Stoccolma non riesce a fare a meno di voler bene al proprio aggressore

Cause e sintomi della Sindrome di Stoccolma in amore

Queste patologia non va affatto sottovalutata, soprattutto in amore e nelle relazioni affettive in generale. Avete mai sentito parlare di quegli amori malati? La Sindrome di Stoccolma contribuisce ad aumentare questo triste episodio. Quante donne non riescono a ribellarsi, nonostante continuino a subire abusi da parte dei propri partner? Queste donne non hanno la forza, in quel momento, di dire basta, perché inconsciamente giustificano ogni comportamento violento del proprio compagno, non possono fare a meno di volergli bene.

Molti psicologi cono convinti che alla base ci sia un disturbo della psiche, anche se quasi sicuramente le ragioni che spingono le vittime a legarsi ai propri aguzzini, risiedono nell’istinto di sopravvivenza. Lo shock subito, fa si che la persona perseguitata cerchi una nuova stabilità psicologica e lo trovi soltanto divenendo amica o amante del proprio aguzzino, credendo così di riuscire a salvarsi.

Dipendenza affettiva

In amore, nello specifico, la vittima diventa completamente dipendente dal proprio partner, in tal caso parleremo di completa dipendenza affettiva. Nonostante il compagno continui ad offenderla, a picchiarla e a ridurla quasi in schiavitù, la persona affetta dalla Sindrome di Stoccolma troverà sempre nuove scuse per poterlo giustificare, arrivando alla completa sottomissione, facendo solo ed esclusivamente ciò che il partner le ordina di fare e nello stesso modo in cui lo stesso impone di farlo.

Spesso questo disturbo è dettato dall'istinto di sopravvivenza

Spesso questo disturbo è dettato dall’istinto di sopravvivenza

“Nonostante tutto io lo amo” è questa spesso la scusa che le persone trovano, cercando di giustificare gli atteggiamenti aggressivi dietro ad un amore malato. La vittima, troppo spesso, annulla la propria esistenza in favore del compiacimento del proprio uomo o della propria donna, se la vittima è di sesso maschile.

Questo fenomeno è maggiormente diffuso nelle famiglie monoreddito, quando la persona sottomessa non è in grado di essere completamente autonoma, dal punto di vista economico e quindi non trova la forza per poter uscire da quella situazione, perché senza il compagno, che comunque è la fonte principale di reddito, si ritroverebbe in mezzo alla strada. La volontà altrui, man mano che passa il tempo viene completamente annullata e la vittime inizia a pensare di esistere solo ed esclusivamente in funzione del proprio carnefice.

Trauma  bonding, legame di sofferenza e dissonanza cognitiva

Uno dei sintomi principali della Sindrome di Stoccolma è appunto il “Trauma Bonding” ovvero il trauma dovuto al legame di sofferenza: la persona sottomessa, pensando di comportarsi in maniera amorevole con il proprio compagno, continua a credere che lui cambierà, ma questo difficilmente avviene nella realtà.

La vittima farà di tutto pur di compiacere chi la sta facendo soffrire e se non riuscirà ad esaudire ogni desiderio del partner darà la colpa solo ed esclusivamente a se stessa e non a lui, perché l’autostima della vittima viene annientata completamente.

La realtà in queste persone non viene percepita più così come essa è realmente, sviluppando il sintomo di dissonanza cognitiva e secondo lo psicologo Joseph Carver “la combinazione tra Sindrome di Stoccolma e dissonanza cognitiva provoca la convinzione che la relazione non solo sia accettabile, ma addirittura necessaria alla propria sopravvivenza”.

I carnefici tendono ad isolare la vittima: la famiglia gioca un ruolo importante per "curare" questo problema

I carnefici tendono ad isolare la vittima: la famiglia gioca un ruolo importante per “curare” questo problema

Come guarire dalla Sindrome di Stoccolma

Non è facile curare la Sindrome di Stoccolma, perché chi ne soffre non si rende conto di quello che le sta succedendo intorno, non riesce ad avere la lucidità di reagire, proprio per tale ragione i primi a dover agire sono gli amici ed i familiari.

Innanzitutto, se ci si accorge dei sintomi legati a questo disturbo, bisogna far parlare la vittima, spronarla a raccontare  tutto ed evitare in tutti i modi a darle la colpa. Bisogna cercare di ascoltarla, di capire a che punto il loro legame sia morboso e piano piano convincerla ad abbandonare quella relazione.

Bisogna fare attenzione, perché spesso i carnefici tendono ad isolare la propria vittima da tutti i rapporti estranei dalla coppia, quindi la prima cosa da fare e farla uscire dall’isolamento. Un ruolo molto importante lo gioca la famiglia, perché la vittima dovrà comprendere di non essere sola, di poter avere qualcuno su cui contare, sia economicamente che affettivamente, al termine del rapporto con il proprio partner; deve avere la sicurezza che fuori da quella “prigione” ci sia qualcuno pronto ad accoglierla.

Nei casi più gravi ci potrebbe essere bisogno anche di uno psicologo o psicoterapeuta che aiuti la persona affetta dalla Sindrome di Stoccolma a riadattarsi nel mondo reale e a reinserirsi in esso.

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