Avversione sessuale: cos’è, come si manifesta e come si cura

L' avversione sessuale è un disturbo del desiderio molto più diffuso tra le donne di quanto si pensi. Scopriamo come si manifesta e quali sono gli approcci di cura.

Avversione sessuale: cos’è, come si manifesta e come si cura

Oggi voglio parlarvi di un disturbo del desiderio, il disturbo da avversione sessuale (DAS)che può interessare entrambi i sessi anche se è molto frequente nelle donne e interessa poco gli uomini. Parliamo di una condizione che si caratterizza per la ripugnanza che un soggetto prova nei confronti dell’attività sessuale.

Il soggetto affetto dal disturbo prova, in genere, una persistente e ricorrente avversione verso la sfera intima ed evita sempre o quasi sempre il contatto con i genitali del partner. Ma per poter comprendere meglio il disturbo, andiamo a scoprire le possibili cause.

Cause

Il soggetto potrebbe aver associato lo stimolo sessuale ad uno stimolo doloroso (es.tentativi iniziali di rapporti sessuali che hanno comportato un dolore moderato o grave durante il rapporto sessuale), esperimenti sessuali traumatici (incesto, stupro), educazione familiare molto repressiva e sessuofobica, informazioni sul dsesso inadeguate o non veritiere, aspettative eccessive o inadeguate relativamente ai rapporti sessuali e all’intimità sessuale in generale, timore di una possibile gravidanza, depressione.

Anche le condizioni di salute possono svolgere un ruolo importante nel’avversione sessuale, a causa dei cambiamenti biochimici, neurologici, fisiologici, psicologici ed emotivi dovuti alla malattia (es. diabete mellito, tumore al seno), così come l‘uso di psicofarmaci, in particolare gli inibitori selettivi della ricaptazione della serotonina. 

Ed ancora: le mutilazioni terapeutiche di matrice culturale (circoncisione, escissione, infibulazione), le aspettative religiose o culturali sulla sessualità femminile e la sua funzione nella società, infedeltà, pressioni subite in relazioni precedenti, preoccupazioni di tipo economico, problemi di salute, preoccupazioni per le implicazioni di una malattia propria o di una persona cara e/o paura di una ricaduta, difficoltà lavorative, apprensioni per i figli, abuso di alcol e droghe.

Suddivisione del disturbo

L’avversione può essere di tipo generale (si sperimenta panico e repulsione in conseguenza di sensazioni, pensieri, sentimenti, situazioni di natura sessuale ed erotica) o specifico (avversione allo sperma, al pene in erezione, ai genitali propri o del partner, alla nudità, al piacere, all’eccitazione, all’atto della penetrazione).

Il disturbo può essere suddiviso, inoltre, in generalizzato (se la reazione di avversione sessuale è presente costantemente al variare del partner), situazionale (la reazione di avversione sessuale è presente solo con un partner o solo in una determinata circostanza), permanente (la persona ha da sempre presentato un atteggiamento di avversione e di disgusto per il sesso), acquisito ( la reazione negativa agli stimoli di natura sessuale dipende da apprendimenti culturali ed esperienze personali che hanno condizionato il soggetto fino a procurargli il rifiuto verso la sessualità).

I trattamenti pianificati in base alle cause del disturbo

In genere, viene effettuata una psicoeducazione ossia una conoscenza dell’anatomia sessuale e del ciclo di riproduzione sessuale, migliorando la consapevolezza del proprio corpo, esaminando i fattori fisiologici e psicologici coinvolti nel rapporto sessuale, esaminando le credenze e i miti comuni inerenti al sesso.

Viene poi effettuara un’esposizione graduale, ossia si porta la persona ad affrontare situazioni sessuali ansiogene sempre più intense, fino a imparare a gestirle. Vi è inoltre un forte lavoro si psicoterapia che intervenga sulle condizioni socio culturali ricevute, su pensieri, credenze, sessualità, affrontando eventuali traumi, consapevoli del proprio rapporto con la propria corporeità ed emotività,

L’approccio multidisciplinare

L’approccio, in questi casi, è multidisciplinare, richiedendo l’intervento di un ginecologo, uno psicologo, un sessuologo e/o un fisioterapista. Se il trauma è alll’origine dell’avversione, la terapia farmacologica va affiancata ad una psicoterapia che vada a disinnescare la risposta di avversione. Tra i farmaci maggiormente impiegati troviamo ansiolitici e antidepressivi. E’importante comunque il movimento, quindi un esercizio fisico regolare per scaricare naturalmente le tensioni accumulate; lo yoga che aiuta a regolare il respiro e a sciogliere ulteriormente il nodo della sofferenza, una terapia sessuologico-comportamentale per recuperare una piena competenza sessuale, una psicoterapia individuale per dar voce al dolore e alla rabbia per l’esperienza subita, così da liberarsene; una psicoterapia congiunta che consente di recuperare gradualmente l’intimità.

Il desiderio è una delle componenti del funzionamento erotico e è definibile come la fase che prefigura e rafforza il piacere sessuale. Il desiderio innesca l’eccitazione, è strettamente connesso al piacere erotico (un atto di norma è tanto più piacevole quanto più è desiderato) ed è, come il piacere, un fenomeno prevalentemente psichico.Il desiderio sessuale è caratterizzato dalla presenza di pensieri e fantasie sessuali e dalla voglia di intraprendere l’attività sessuale; esso è variabile da persona a persona e può dipendere anche dalle circostanze (fase del ciclo mestruale, gravidanza, menopausa, qualità del rapporto di coppia, insoddisfazione nei confronti del proprio corpo, ecc.).Quando le difficoltà sessuali sono legate al desiderio, si parla di disturbi del desiderio, proprio come il disturbo da avversione sessuale che abbiamo analizzato. 

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