Mangia al ristorante di Lino Banfi, poi lo choc: ha sp… (1 / 2)

Mangia al ristorante di Lino Banfi, poi lo choc: ha sp…

Nel cuore della Capitale, tra le luci e la frenesia di Roma, si è acceso un piccolo faro di sapori meridionali. L’orecchietteria di Lino Banfi è nata con una promessa ben precisa: portare l’anima vera e schietta della Puglia sulle tavole del Nord.

Le aspettative, in un progetto del genere, sono destinate a lievitare senza freni. Non si tratta solo di cucina, ma di un’eredità emotiva, quella lasciata dal volto rassicurante e popolare del celebre attore.

Per testare se il sogno di sapore fosse davvero autentico, è arrivata una nota personalità. Era lì per misurare il calore della tradizione, la fedeltà alla ricetta, l’essenza stessa di un’esperienza gastronomica. Il primo assaggio è il più importante, il momento in cui si decide tutto. La scelta cade su un simbolo inequivocabile della regione: il panzerotto fritto.

Lo tiene in mano, il creator, e lo porta alla bocca. In quel singolo, rapido gesto, la tensione accumulata si dissolve, lasciando il posto a una sensazione inattesa. Qualcosa in quella consistenza, in quella preparazione, non ha funzionato. Il sapore promesso, quello della Puglia più vera, è svanito nel morso.

La sua recensione netta è arrivata subito dopo.Un giudizio che ha acceso la miccia della polemica online.

Che cosa ha tradito l’attesa di un piatto apparentemente semplice come il panzerotto, spingendo il critico a esprimere una delusione così specifica? Qualcosa di davvero molto particolare che davvero nessuno si sarebbe aspettato la notizia ha immediatamente fatto il giro di tutto Italia qualcosa di davvero assurdo.