A Nardò, in provincia di Lecce, le ore sembravano essersi fermate a un giorno indefinito, quello dell’ultima volta che l’avevano vista. Un silenzio così denso aveva coperto il Salento, rotto solo dall’ansia crescente di una famiglia e dagli echi di una ricerca senza sosta.
Il clima, giorno dopo giorno, si era fatto sempre più teso, mentre il caso di scomparsa di Tatiana Tramacere, 20 anni, iniziava a dominare le cronache.A muovere i fili dell’attesa erano soprattutto i suoi cari, aggrappati a ogni minima speranza.
Tra loro, il padre che aveva trasformato il dolore in una ricerca incessante, battendo ogni strada, ogni indizio possibile.È proprio in quel dedalo di strade conosciute che il velo di normalità si è strappato all’improvviso.Il luogo è inaspettato, celato agli occhi di tutti: una mansarda, la cui presenza non aveva insospettito nessuno, forse perché vista come parte di un’amicizia consolidata.

Quando il genitore ha capito dove indirizzare le ricerche, la tensione non è scemata, ma è mutata in un’attesa febbrile. In un istante, l’incertezza dei giorni passati si è concentrata in un solo punto, un unico indirizzo.La domanda che pende, drammatica, è una sola: la giovane è lì perché costretta, oppure si è trattato di un allontanamento volontario, l’epilogo di una lite finita male?
La verità su ciò che l’ha trattenuta in quel luogo, e sul ruolo di chi la ospitava, stava per emergere. Infatti la ragazza poco dopo è stata ritrovata viva sana e salava e la paore del padre hanno commosso tutti.