In un tempo sospeso, il cuore di una città intera si era stretto in un solo, grande respiro, tutto proteso verso un’unica speranza.Da mesi, la città di Bari ha messo in moto una macchina di solidarietà imponente, un flusso continuo di donazioni e preghiere per consentire a una bambina di tentare l’unica strada rimasta.
In quella stanza, tra un gioco e una carezza, la piccola Lavinia continuava la sua battaglia, inconsapevole dell’apprensione straziante che circondava le sue giornate. Ogni giorno dopo giorno era un traguardo, un respiro in più strappato al destino più difficile.
La sfida era enorme: un’ombra tremenda si era abbattuta sulla sua vita a soli tre anni, una diagnosi agghiacciante, di quelle che fanno venire la pelle d’oca. Poi, all’improvviso, la speranza collettiva ha ceduto il posto alla tremenda notizia del decesso della bambina.

La corsa contro il tempo, la mobilitazione per provare a salvarle la vita, hanno ceduto il posto all’annuncio della sua dipartita e ad una marea di messaggi di cordoglio, tra lo sconcerto e l’incredulità, provenienti da ogni angolo della penisola, mentre ci si stringe attorno ai genitori, alle prese con l’immane lutto ,quello contro natura, contro ogni logica.
Lavinia è deceduta a soli 3 anni per una neoplasia al cervello , dopo che erano stati raccolti quasi 100mila euro per farla curare all’estero. Una storia agghiacciante, questa, che ha scosso il mondo dell’informazione, rigando di lacrime i volti di milioni di italiani, sparsi per il web.