A Milano, la notte aveva appena inghiottito l’ultimo atto della giornata, quell’ora sottile in cui si spengono le luci dei palcoscenici e le platee si svuotano, e l’Italia si preparava a dormire.
Per anni, decenni, quella donna è stata la colonna sonora di quegli addii, la voce roca, unica e irriverente che ha saputo raccontare ogni sfumatura dell’amore e della malinconia, diventando un’icona. Era Ornella Vanoni, la Signora per eccellenza della canzone italiana, e si era sempre detta convinta che avrebbe trovato un modo elegante per congedarsi.
E così è stato. Venerdì sera, attorno alle 23, la vita della 91enne ha subito un arresto repentino, congedandosi all’ora in cui solitamente il sipario è calato. Nella sua casa milanese, lontano dalle telecamere che tanto amava ma con cui scherzava, un malore improvviso ha rotto il velo di normalità della notte.

Un evento cardiaco, una crisi che non ha lasciato scampo, mettendo fine a una carriera leggendaria cominciata nel lontano 1961 e ricca di collaborazioni eccellenti, da Gino Paoli a Lucio Dalla. La notizia, confermata nel corso della mattinata di venerdì, ha lasciato l’intero Paese in un profondo silenzio. Ma nella sua Milano, le istituzioni hanno già preso una decisione storica.
Adesso proprio in queste ore si è aperta la camera ardente al Piccolo Teatro di Milano dove appunto in tantissimi si stanno già recando per rendere omaggio alla grandissima Ornella Vanoni nessuno si sarebbe aspettato una scomparsa tanto repentina una uscita di scena davvero improvvisa e davvero incredibile.