Torre dei Conti, il racconto del vigile del fuoco che ha salvato l’operaio rimasto sepolto undici ore (1 / 2)

Torre dei Conti, il racconto del vigile del fuoco che ha salvato l’operaio rimasto sepolto undici ore

Nel cuore della Capitale, a un passo dall’area millenaria dei Fori Imperiali, la Torre dei Conti si erge come un monolite di storia, un simbolo di eternità che per un pomeriggio si è trasformato in una trappola mortale.

Lì, dove secoli di storia si sovrappongono, era in corso un delicato intervento di restauro per garantirne il futuro.In quel cantiere, avvolto nella polvere e nel silenzio apparente dei monumenti, lavorava Octay Stroici, un operaio la cui esistenza è stata spezzata in un istante assurdo.

Quando è avvenuto l’improvviso cedimento strutturale, l’eco del crollo ha rotto l’ordinaria normalità del centro di Roma, lasciando dietro di sé solo un boato sordo e il rumore delle macerie che precipitavano.Per l’uomo, il mondo si è trasformato in una morsa pesante di calcinacci e detriti, intrappolandolo in una condizione di emergenza vitale.

L’allarme è scattato immediato e il primo team di soccorritori ha raggiunto il sito, trovandosi di fronte uno scenario di devastazione e di instabilità estrema. Lavorare in quel vuoto era come disinnescare un ordigno, con ogni movimento, ogni spostamento, che poteva innescare una catastrofe ulteriore.

La vera sfida era solo all’inizio: come avrebbero potuto i soccorritori strappare il corpo intrappolato di Octay da quelle macerie? Il racconto del vigile del fuoco è davvero commovente e ci fa capire anche che cosa hanno dovuto passare i soccorritori in quelle ore. I dettagli come vedremo nei prossimi paragrafi sono davvero molto particolari e importanti e ci fanno capire la gravità della situazione.