Nell’antichità, il terremoto era un evento totalmente incomprensibile. Non esisteva la sismologia e la tettonica a placche era sconosciuta mentre oggi, grazie all’ausilio di strumentazioni sempre più sofisticate, rilevarli è semplicissimo, sebbene il timore non sia mutato nei secoli. Nelle zone del pianeta ad alto rischio sismico, non si può mai parlare di normalità in quanto lo scenario che si prospetta tra i locali ha sempre il velo sottile di una tregua appena accordata, soprattutto dopo il recente ricordo di scosse fortissime. Chi, ad esempio non ricorda quella di magnitudo 6.9 sull’isola centrale di Cebu, la cui eco tragica non si era ancora spenta del tutto.
La terra che vibra non è un’eccezione, ma il silenzio che precede l’evento è sempre carico di una tensione insopportabile. Alle prime luci di oggi, sabato 18 ottobre, quel silenzio è stato rotto non da un boato improvviso, ma da un suono sordo levatosi dalle profondità marine, l’eco di una forza in procinto di sprigionarsi.
Pima che le strutture potessero muoversi visibilmente, l’energia si è propagata con la violenza di una fiammata improvvisa. L’oscillazione è stata brusca e la magnitudo è stata subito registrata: 6.1 sulla scala Richter.

Non è solo il tremore a spaventare , ma la sua origine, dunque un’attenta analisi, effettuata dagli esperti, attraverso le rilevazioni dei sismografi. Ogni secondo di questo movimento tellurico ha riportato alla mente il panico vissuto solo una settimana prima, dagli stessi residenti ,poiché la terra ha tremato nuovamente.
Una potente scossa di magnitudo 6.1 è stata appena rilevata dai sismografi . Ha lasciato una scia di devastazione e perdite? Diamo uno sguardo ai primi aggiornamenti