Cinzia Pinna era scomparsa a Palau, in provincia di Sassari, la notte del 12 settembre scorso. È stato l’imprenditore Emanuele Ragnedda, con cui si conosceva, a far ritrovare il suo corpo in un terreno di sua proprietà. Con la sua confessione, il caso si è chiuso nel peggiore dei modi e purtroppo, il femminicidio di questa povera donna di soli 33 anni, è solo l’ultimo, in ordine di tempo, di una lunga lista di donne, decedute per mano di un uomo.
Come ben noto, Ragnedda ha ammesso di averle tolto la vita con un colpo di pistola, sebbene ancora oggi il movente risulti sconosciuto. Il fermo da parte dei militari è avvenuto presso la casa dei suoi genitori, dopo essere stato intercettato da una motovedetta della Capitaneria.
In attesa che si sappia qualcosa di più sui diversi reperti che gli specialisti del Ris di Cagliari hanno sequestrato sia all’interno dell’abitazione dell’uomo che nelle campagne di Palau, l’imprenditore dovrà rispondere di gravissime accuse, più nello specifico, di delitto volontario e delitto volontario aggravato dall’uso di arma comune da sparo e occultamento del corpo.
Queste sono le notizie strazianti per la comunità di Castelsardo in cui la Pinna viveva, e in particolare per la sua famiglia, che ha dato vita ad un corteo, tra fiaccole e lacrime, tra abbracci, ricordi, e tanta amarezza per quello che è accaduto a questa povera donna, una donna fragile, che aveva lasciato il suo paese, per poter fare la stagione estiva a Palau e che proprio qui è andata , inconsapevolmente, incontro al suo tremendo destino .
Il cugino di Cinzia Pinna ha vuotato il sacco, dicendo che le hanno… Vediamo insieme che cosa ha dichiarato di preciso nella pagina successiva del nostro articolo, dal momento che le sue parole rilasciate al quotidiano Repubblica sono un colpo al cuore per tutti coloro che stanno seguendo il caso in tutti i suoi sviluppi. Castelsardo, la comunità in cui Cinzia Pinna viveva, si è radunata davanti alla Chiesa Santissimo...