Negli ultimi anni, i casi di infezione da West Nile Virus (WNV) sono tornati a far discutere, con una diffusione sempre più ampia anche in Italia. La patologia, trasmessa dalle punture di zanzare infette, si manifesta prevalentemente tra fine primavera e inizio autunno, complici le alte temperature e la proliferazione degli insetti vettori.
Secondo l’Istituto Superiore di Sanità, il virus è ormai endemico in diverse regioni del nord e del centro Italia. La trasmissione avviene principalmente attraverso la puntura di zanzare del genere Culex, che si infettano pungendo uccelli portatori del virus. Gli esseri umani e altri mammiferi, come i cavalli, sono considerati ospiti “accidentali” e non contribuiscono alla diffusione del virus.
Nella maggior parte dei casi, l’infezione è asintomatica o si manifesta con sintomi lievi, simili a quelli di una sindrome influenzale: febbre, mal di testa, stanchezza, dolori muscolari. Tuttavia, circa 1 caso su 150 può evolvere in forme gravi, soprattutto tra anziani, persone immunodepresse o con patologie pregresse.
Le complicazioni neurologiche — come encefalite o meningite — rappresentano il quadro clinico più critico, con rischi concreti per la salute pubblica. Nel 2022, ad esempio, l’Italia ha registrato oltre 600 casi confermati e più di 40 decessi, concentrati prevalentemente nelle regioni del Nord. I primi segnali d’allerta per il 2025 sono già arrivati con i primi casi confermati in Veneto ed Emilia-Romagna.
L’evoluzione sarà strettamente legata all’andamento climatico e alla capacità di intervento tempestivo da parte delle autorità sanitarie. Come riconoscere la zanzara che veicola il temibile virus? Bisogna prestare attenzione ad alcune caratteristiche: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.