Ci sono vicende che, anche a distanza di anni, continuano a scuotere le coscienze e a dividere l’opinione pubblica. In Italia, uno dei casi più emblematici è sicuramente quello di Willy Monteiro Duarte, il giovane di origini capoverdiane che ha perso la vita a Colleferro nella notte tra il 5 e il 6 settembre 2020.
Il suo gesto altruista – tentare di sedare una lite per difendere un amico – lo ha reso un simbolo di coraggio, ma anche una vittima di una violenza inspiegabile che ha scosso il Paese. Secondo quanto ricostruito nel corso del processo, Willy fu aggredito da un gruppo di giovani, tra cui i fratelli Marco e Gabriele Bianchi.
Le testimonianze e le perizie raccolte hanno dipinto un quadro agghiacciante: calci e pugni inflitti con violenza spropositata, senza alcuna possibilità di difesa per il povero Willy. I due fratelli, insieme ad altri imputati, sono stati processati e, lunedì scorso, la Corte d’Assise d’Appello ha confermato per loro la condanna all’ergastolo.
La sentenza ha suscitato forti reazioni tra i familiari di Willy, che l’hanno accolta con dolore ma anche con un senso di giustizia finalmente compiuta. Per loro, infatti, la condanna rappresenta un riconoscimento istituzionale della gravità di quanto accaduto quella notte. Molti cittadini e associazioni hanno espresso vicinanza alla famiglia Monteiro Duarte, sottolineando l’importanza di una risposta forte da parte dello Stato in casi così delicati.
Diversa, invece, la posizione dei legali e dei familiari dei fratelli Bianchi, che si sono detti sorpresi e amareggiati per il verdetto. E’ di queste ore una notizia clamorosa sulla madre dei due condannati. “Gli viene un infarto…”: ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.