Delitto di Garlasco: la tesi del "doppio killer" dei Carabinieri (1 / 2)

Delitto di Garlasco: la tesi del "doppio killer" dei Carabinieri

Il caso di Chiara Poggi è uno dei delitti più discussi in Italia, con molteplici sviluppi e colpi di scena nel corso degli anni. Chiara, una giovane studentessa di 26 anni, fu trovata priva di vita nella sua casa con evidenti segni di violenza. L’indagine inizialmente si concentrò su Alberto Stasi, il suo fidanzato, che fu arrestato e condannato a 16 anni.

Tuttavia, la sua condanna fu seguita da polemiche e dubbi sull’effettiva colpevolezza. Nel 2010, Stasi venne condannato in primo grado, ma la sua difesa ha sempre sostenuto che fosse innocente. La sentenza fu confermata nel 2015 in Cassazione, ma il caso ha continuato a essere oggetto di dibattito, con alcuni esperti e investigatori che sollevavano dubbi sul coinvolgimento di Stasi.

Dal canto suo, Stasi si è sempre proclamato innocente, al punto che la sua difesa ha cercato di ottenere una revisione del processo, proponendo nuove ipotesi investigative e richiedendo ulteriori accertamenti. Nonostante ciò, tutte le sue richieste di revisione sono state respinte.

Nonostante la condanna definitiva di Stasi, il caso di Chiara Poggi resta irrisolto per molti aspetti, alimentando il dibattito sulla verità dietro il delitto. Al centro del caso ci sono molteplici elementi controversi, ancora non del tutto chiariti

In questi giorni, il caso è tornato alla ribalta in seguito ai risultati dell’esame del Dna sotto le unghie di Chiara Poggi. La tesi del doppio killer è tornata quindi nuovamente alla ribalta. Cosa sta succedendo? Ecco tutti i dettagli nella pagina successiva.