Ha sconvolto l’Italia intera la triste e agghiacciante storia del gatto Leone per la quale la comunità di Angri e milioni di connazionali, chiedono giustizia . Purtroppo, di ora in ora, quanto è accaduto a questo povero gattino è si arricchisce di dettagli sempre più macabri che rendono doveroso far giustizia al micio, deceduto per la crudeltà insita in alcuni esseri umani.
Il gatto Leone è stato trovato scuoiato, in una strada del comune di Angri, dietro ai Monti Lattari, domenica 10 dicembre. I volontari, che lo hanno rinvenuto agonizzante, hanno fatto di tutto per salvarlo, trasportandolo d’urgenza all’Ambulatorio Veterinario Asl di Cava de’ Tirreni.
Hanno scelto il nome Leone poiché coraggiosamente, proprio come il re della Savana, ha cercato di sopportare il dolore infertogli ma, purtroppo, non ce l’ha fatta. I volontari, in uno straziante commento sui social, dopo aver parlato della storia del gattino e del nome con cui lo hanno voluto chiamare, hanno aggiunto: : “se volevano farti morire come un coniglio perché le uniche parti dove hai pelo, tessuto e pelle sono la testa zampette e coda…ora stai lottando come un leone! Leone è l’unico, indiscusso, nome che ti rappresenta”.
Abbiamo pregato affinché questo dolcissimo micio ce la facesse, anche perché aveva ripreso a mangiare dalla ciotola, sino a quando è arrivato l’annuncio del suo decesso, che ha rappresentato un colpo al cuore per tutti noi, invitandoci ad una doverosa riflessione sulla crudeltà spietata dell’essere umano verso ogni forma di vita.
Riguardo al caso del gatto Leone, la psicoterapeuta ha rotto il silenzio, confessando chi è stato a ridurlo in fin di vita e a provocarne il conseguente decesso. Vediamo insieme cosa ha dichiarato nella seconda pagina.