Un’Italia pesantemente gravata da una crisi senza precedenti cui il governo ha il dovere di intervenire, in quanto il malcontento dei cittadini cresce a macchia d’olio.
Un Paese in cui, una serie innumerevoli di fattori, sta rendendo sempre più difficoltoso andare avanti. Si arranca, si fanno enormi sacrifici, eppure tutto questo non basta.
Che l’economia nazionale stia attraversando uno dei periodi più bui della storia, che le tasche degli italiani siano depauperate, è cosa nota, evidente, lampante. Non si hanno i soldi per andare avanti, per mettere nel carrello della spesa i beni di prima necessità, per sfamare la propria famiglia.
Manca il lavoro e, quando c’è, spesso bisogna fare i conti con l’essere sottopagati, sfruttati, senza un po’ di tregua per il cervello, in cambio di una retribuzione che non sarebbe, a detta dei lavoratori, proporzionata alla qualità e quantità di lavoro prestato. Lavorare è un diritto che, molto spesso, viene calpestato.
Ecco che il malcontento cresce, inevitabilmente, in particolare in alcuni settori, peraltro molto importanti, senza i quali nulla sarebbe com’è. Uno stato di insoddisfazione, misto a rabbia, che cresce sempre di più, misto a rabbia, senso di impotenza ma nel contempo, necessità di dover smuovere le acque.
Poco fa è arrivata la decisione ufficiale: l’Italia si ferma. Vediamo insieme i motivi dello stop nella seconda pagina del nostro articolo, poiché la notizia sta gettando nello sconcerto milioni di italiani.