Non parliamo certo del vicino della porta accanto ma di uno degli artefici della stagione stragista di Cosa Nostra, ovvero di Matteo Messina Denaro, un boss che è riuscito a vivere, da latitante, per 3 decenni, sino a quando un blitz dei carabinieri, mentre si stava recando a fare una seduta di chemioterapia alla clinica La Maddalena, lo ha consegnato nelle mani della giustizia.
Sin da subito è stato chiaro, dicendo: “Non mi pento di nulla“. Ha negato, Messina Denaro, le stragi, ma ha sempre ammesso di essere un uomo d’onore, parlando del benessere della sua famiglia grazie al traffico di beni archeologici che suo padre, don Ciccio, ha portato avanti per anni e anni, sino al decesso, avvenuto nel suo letto, nel dicembre 1998.
L’attenzione del mondo è puntata da giorni sull’ex latitante, noto anche con i soprannomi U Siccu e Diabolik, nato 61 anni fa a Castelvetrano, l’ultimo capomafia stragista, tra i mandanti degli attentati contro i giudici Giovanni Falcone e Paolo Borsellino; colui che a nunciò la latitanza in una lettera scritta alla fidanzata dell’epoca, Angela, dopo le stragi mafiose di Roma, Milano e Firenze: “Sentirai parlare di me, mi dipingeranno come un diavolo, ma sono tutte falsità”.
Sin da suo arresto, avvenuto grazie ai carabinieri del Ros, coordinati dal procuratore di Palermo Maurizio De Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido, abbiamo subito saputo che le sue condizioni di salute erano critiche a causa di una neoplasia contro cui lotta da diverso tempo.
Di certo non potevamo aspettarci un annuncio in diretta tv, fatto da un giornalista e riguardante Matteo Messina Denaro. Vediamo insieme cosa ha detto, nella seconda pagina del nostro articolo, dal momento che le sue parole non sono passate certo inosservate.