Hanno fatto il giro del mondo, ormai, le immagini dell’arresto del latitante Matteo Messina Denaro. Cappellino, cappotto di montone, occhiali da vista scuri e mascherina anti Covid per il suo ingresso nella clinica palermitana La Maddalena di via San Lorenzo, in cui, il 16 gennaio, si stava recando.
L’inchiesta che ha portato alla cattura del capomafia di Castelvetrano (Tp) è stata coordinata dal procuratore di Palermo Maurizio de Lucia e dal procuratore aggiunto Paolo Guido.
Il padrino di Castelvetrano è finito in manette alle 8.20, mentre stava per iniziare la seduta di chemioterapia alla clinica Maddalena di Palermo, una delle più note della città.
Il boss, quando si è reso conto d’essere braccato, ha provato a darsela a gambe ma stavolta non ce l’ha fatta. C’ è chi si chiede come mai ci siano voluti così tanti anni per catturarlo ma forse è tempo di porsi ben altre domande.
E’ il tempo di sentire l’altra campana, quella dei medici che operavano all’interno della clinica in cui è scattato il blitz che ha portato all’arresto del superlatitante.