"Non può insegnare!". La prof combatte per il suo lavoro contro lo stato

Dopo appena pochi giorni dal suo ingresso in aula la prof è stata subito allontanata per una motivazione assurda. Ora chiede giustizia in tutte le aule di tribunale: scopriamo la sua storia.

"Non può insegnare!". La prof combatte per il suo lavoro contro lo stato

Gli ultimi anni hanno visto un continuo inasprimento delle tensioni sociali a causa della crisi del covid e delle relative restrizioni sempre meno liberali. Le discriminazioni non sono mancate anche tra le aule scolastiche, dove molti professori sono stati costretti a rinunciare al posto in caso di mancate vaccinazioni obbligatorie. 

La storia di questa professoressa romana è ancora più grave, poichè il suo allonamento è stato dovuto invece ad una condizione personale e di genere. Sin da subito ha avvertito una certa ostilità nei suoi confronti, che si è poi concretizzata in una discriminazione vera e propria quando il preside ha disposto improvvisamente il suo licenziamento: ecco come è andata.

La decisione del tribunale

Giovanna Cristina Vivinetto è un’insegnante transessuale che ha prestato servizio per la prima volta nel settembre del 2019 presso l’istituto paritario Kennedy di Roma. Dopo pochi giorni l’insegnante è stata licenziata con un pretesto alquanto discutibile: “Sono stata licenziata il 14 ottobre. Praticamente sono stata in classe una decina di giorni in tutto. Dopo tre giorni di malattia, la preside mi ha convocata e mi ha detto che dovevo andar via perché mancavo di professionalità“- ha raccontato la donna a Il Messaggero.

In realtà, la Vivinetto ha intuito subito che il reale motivo di questo licenziamento era da ricercare nel suo genere sessuale, che peraltro la scuola conosceva bene già prima di assumerla. “Qualcuno deve essersi lamentato e mi hanno licenziata“- ha confessato l’insegnante, che tuttavia non si è data per vinta e ha intentato una causa civile contro l’istituto scolastico.

Lo scorso 2 novembre è arrivata finalmente la decisione del giudice, il quale ha condannato l’istituto paritario Kennedy ad un lauto risarcimento di 11 mila euro ed ha riconosciuto come il licenziamento dell’insegnante fosse illegittimo in quanto collegato alla sua condizione di transessuale. Una vittoria assoluta per la prof, che dopo questa brutta esperienza ha continuato ad insegnare in altre due scuole pubbliche senza essere più discriminata.

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