Nel mondo in questi giorni si stanno verificando una serie di tragedie che stanno sconvolgendo l’opinione pubblica nazionale. Si tratta molto spesso di incidenti stradali, o peggio ancora morti improvvise a causa di malori di varia natura. Si tratta di tragedie che segnano intere comunità e vengono anche riprese dalla stampa, proprio a causa del loro interesse mediatico che provocano. In questo periodo appunto sono tanti i fatti che stanno sconvolgendo le nostre comunità.
Basti pensare a quanto accaduto nel pomeriggio del 13 novembre a Istanbul, capitale della Turchia, dove il centro della città è stato squarciato dal rumore di una violenta esplosione. Una donna kamikaze si è fatta esplodere infatti in mezzo alla folla: ci sono stati purtroppo 6 morti e decine di feriti. Ma in questi giorni una notizia ha sconvolto il mondo, vediamo di cosa si tratta e cosa è successo. Qualcosa di davvero macabro.
Madre accusa di omicidio
Secondo quanto riferisce la stampa internazionale, in questi giorni si sta celebrando il processo nei confronti di Karin Zolkowski, una madre 44enne accusata dell’omicidio di suo figlio di 8 anni, Elijah Ziolkowski. La donna è accusata di aver ucciso il bimbo e poi di aver successivamente fuoco alla casa.
La sentenza definitiva è in programma per il prossimo 10 gennaio 2023. Da quanto si è appreso dalla stampa tutto è accaduto nello stato americano del Connicticut nel 2016. La donna pare che nei giorni precedenti il delitto avesse scritto una domanda sui social: “Perché ho avuto un figlio?” – queste erano state le sue parole, a cui avevano fatto seguito anche una serie di frasi che contenevano le parole “estintore” e “parco giochi del diavolo”.
Due giorni dopo il messaggio social, la Ziolkowsky uccise il bimbo. Oltre all’accusa di omicidio, la donna deve rispondere anche di incendio doloso di secondo grado. Dalle indagini è emerso che il bimbo era morto, appunto, prima dell’incendio e che a causare il decesso era stata la madre la quale gli aveva somministrato una massiccia dose di antistaminico, risultato poi fatale. La donna rischia una condanna a 25 anni di carcere.