Il parto in acqua è una pratica recente in Italia ed è proposta solo da alcune strutture ospedaliere ben attrezzate.
L’esperienza negli anni in America, ha permesso ai medici di redigere una documentazione scientifica. Secondo alcune ricerche e casi clinici, questo tipo di parto, del tutto naturale, è meno doloroso rispetto a quello tradizionale. Durante il travaglio, infatti, l’acqua ha un effetto rilassante e riduce il dolore. La comunità scientifica, tuttavia, ha espresso dei dubbi sulla possibilità per la partoriente di rimanere in acqua anche durante la fase espulsiva del parto.
Inoltre, da poco tempo, si è diffusa anche la scelta di partorire in casa immersi nell’acqua. In questo caso sarà necessario affittare una piscina specifica e ingaggiare un’ostetrica specializzata.
Il metodo, però, presenta vantaggi e svantaggi che devono essere presi in considerazione se si valuta questa possibilità.
Scopriamo dunque come funziona, come ci si prepara e dove è possibile farlo in Italia.
Pro e contro del parto in acqua
Il parto in acqua è scelto dalle future mamme perché riduce gli effetti traumatici della nascita e perché l’acqua è in grado di ridurre il dolore. In questi casi, infatti, si è notato che la futura mamma non richiede eccessive dosi di anestesia epidurale o spinale. Al fine di portare a termine la procedura senza ripensamenti, è fondamentale, però, che la donna si trovi perfettamente a suo agio con questo elemento.
Prima di fare questa scelta è importante chiedere il parere del proprio medico e conoscere quali sono i vantaggi e gli svantaggi.
L’acqua, infatti, svolge un effetto rilassante sui muscoli e regola il respiro in modo naturale. Inoltre, questo elemento permette alla donna di muoversi senza difficoltà, assumendo la posizione per l’espulsione del bambino senza sentire dolore. Il movimento del corpo, infatti, diventa fluido, accompagnato dal movimento naturale dell’acqua. Il peso del corpo è sostenuto dall’acqua stessa permettendo alla donna di non stancarsi fisicamente più del necessario. Questo sistema aiuta a regolare la pressione del sangue.
Gli svantaggi e le controindicazioni
Questo tipo di parto non presenta particolari svantaggi, rischi o pericoli. La presenza di residui del parto dentro l’acqua potrebbero impressionare i genitori, compromettendo il parto stesso. Per questo motivo, in alcuni casi è meglio eseguire un epidurale.
Sebbene l’acqua è in grado di ridurre lo stress traumatico del bimbo appena nato, questo metodo non è per tutte. Ci sono anche diverse controindicazioni. Il parto in acqua è controindicato quando si è in presenza di un parto podalico, un parto gemellare o un parto prematuro. Nel parto podalico, il piccolo esce con il sederino e poi con la testa. Non è indicato ancora nelle gravidanze a rischio o che prevedono in parto indotto. Inoltre, bisogna rinunciare se la fase espulsiva del bambino non avviene nei tempi previsti.
Questo sistema non è permesso anche in presenza di infezioni cutanee e febbre o se i test sierologici (es. HIV) sono positivi.
Come funziona
La gestante viene immersa nell’acqua fin sotto il seno solo al momento del travaglio. L’acqua all’interno della vasca è alta all’incirca 70 cm ed ha una temperatura che non supera i 36°C.
In genere, la partoriente entra in acqua quando la cervice è dilatata di almeno 5 cm; tuttavia, quando i primi dolori sono eccessivi durante la dilatazione è possibile entrare prima.
Durante la fase preparatoria, il ginecologo e l’ostetrica sono accanto alla donna per monitorare le condizioni del bimbo e della mamma. È importante, inoltre, che la temperatura dell’acqua non sia eccessivamente calda o fredda.
Durante il parto, la partoriente può assumere diverse posizioni dentro l’acqua; può restare accovacciata, sulle ginocchia o sul dorso, galleggiando sulla schiena. Inoltre, può entrare ed uscire secondo necessità. Deve bere frequentemente e uscire per fare urinare.
Il papà può entrare nella piscina solo se il medico lo permette. Prima però dovrà fare una doccia calda.
Strutture e costi
In Italia, sempre più strutture private, ma anche pubbliche si stanno adattando a queste richieste. In ogni Regione italiana sono presenti delle cliniche private che propongono questa pratica. Lentamente, anche degli ospedali pubblici si stanno attrezzando per offrire il servizio.
Il costo medio per il parto in acqua è all’incirca di 400 euro. Il prezzo varia in base alla struttura e alla zona.
Per conoscere la struttura, privata o pubblica, più vicina e affidabile, è consigliabile consultarsi con il proprio ginecologo.