Tachicardia in gravidanza: cause e rimedi

La tachicardia in gravidanza è un evento molto comune che non deve preoccupare la gestante. Resta comunque un fenomeno da evidenziare al proprio medico e da monitorare. Ecco cosa c’è da sapere, come tenerla sotto controllo e da cosa è causata

Tachicardia in gravidanza: cause e rimedi

La tachicardia in gravidanza può essere considerato un evento normale, determinato dallo stato fisiologico della gestante, sempre che si mantenga entro certi limiti (non oltre i 100 battiti al minuto). Questa particolare condizione può essere causata dal doppio lavoro al quale il cuore è sottoposto in questo perido. Infatti, il modo migliore e più efficiente che il muscolo può adottare per gestire la nuova situazione fisiologica dopo l’innesto del feto, è quello di pompare più velocemente.

Ciò non significa che i battiti saranno raddoppiati ma che, da circa 70 al minuto, che sono il numero di pulsazioni medie nella norma, passano a 80-90 al minuto. Solitamente la tachicardia si presenta verso la seconda parte della gravidanza, quando il feto è più grande e richiede più nutrimento e lo sforzo da parte della mamma si fa più intenso, sebbene, in misura un minore, può colpire le gestanti anche nei primi mesi dopo il concepimento, quando il sistema circolatorio sta organizzando il “nuovo stato”. La tachicardia non è assolutamente pericolosa, né per la mamma né per il bambino, ed è facilmente gestibile dall’organismo.

Se sopravviene della tachicardia in gravidanza al sesto mese non dovrete neanche in questo caso preoccuparvi. Verso la fine della gravidanza, quando lo sforzo per la madre si fa particolarmente intenso e la futura mamma arriva a pesare circa 8-10 chili in più, il pancione toglie spazio ai polmoni e la tachicardia può facilmente associarsi ad una sensazione d’affanno, benché, anche il solo aumento di peso, potrebbe bastare per impegnare il cuore e obbligarlo ad un lavoro extra con conseguente aumento del battito.

La tachicardia in gravidanza dopo i pasti è altrettanto normale perché durante la digestione il corpo è impegnato in un complesso lavoro di gestione e assorbimento del cibo introdotto.

Vediamo, però, nel dettaglio cosa c’è da sapere sulla tachicardia in gravidanza e quando preoccuparsi.

Tachicardia in gravidanza primi mesi

Nei primi mesi dopo il concepimento può capitare che alcune donne lamentino una leggera tachicardia. Questo fenomeno è dovuto all’organizzazione del corpo che deve adattarsi al nuovo stato e alla nuova condizione del suo sistema circolatorio. Un altro fattore da tenere in considerazione è la salute della tiroide.

Può accadere, infatti, che l’aumento dei battiti sia causato da una disfunzione della tiroide che può manifestarsi con l’avvio della gravidanza, quando la ghiandola è particolarmente impegnata per lo sviluppo cerebrale e somatico del feto. Quando la tiroide lavora più del normale (ipertiroidismo) può causare un aumento della frequenza cardiaca e quindi la tachicardia. Se vi è un sospetto di una disfunzione tiroidea sarà sufficiente effettuare un esame del sangue per valutarne i valori e capire se è la causa dei battiti alterati.

Un’altra causa della tachicardia nei primi mesi di gravidanza è la pressione arteriosa bassa. In questo primo periodo il corpo è sottoposto ad una naturale vasodilatazione che può causare l’abbassamento pressorio mettendo il cuore nella condizione di dover battere di più. Non è da sottovalutare, in caso di tachicardia, anche un altro fattore legato alla sfera psicologica, ovvero l’ansia dovuta alla gravidanza che può facilmente causare qualche batticuore dovuto ad un po’ di timore e all’enorme cambiamento che aspetta la futura mamma.

Tachicardia in gravidanza: quando è pericolosa

Quando si presentano episodi di tachicardia in gravidanza è sempre opportuno e tenere la situazione sotto controllo perché ci sono alcune cause più insidiose che possono provocare l’acceleramento del battito cardiaco e che vanno tenute sotto controllo per evitare che la situazione degeneri in, una malattia tipica della gravidanza che potrebbe mettere a rischio il bambino.

A venire interessate da questo problema sono circa il 3-5% delle donne in gestazione. Compare, solitamente, dopo la ventesima settimana di gravidanza. I sintomi classici della gestosi (preeclampsia) sono la pressione superiore a 140 su 90 e la presenza di proteine nelle urine.

Altri sintomi minori sono mal di testa e di stomaco, offuscamento della vista, convulsioni e scarsa quantità di urine. Per evitare questo spiacevole problema è importante tenere sotto controllo la pressione ed i valori del sangue e delle urine. Ovviamente, se vi sono state già riscontrate patologie a cuore o polmoni, dovrete informare subito il medico che gestirà la vostra terapia adattandola al nuovo, delicato, momento che state vivendo.

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Tachicardia in gravidanza: cosa fare

La prima cosa da tenere a mente, sia per prevenire o gestire la tachicardia, che per il vostro bene e quello del bambino, è seguire una sana alimentazione, questo vi permetterà di tenere sotto controllo l’ipertensione gravidica e l’anemia che potrebbero esserne la causa. Altri aspetti fondamentali da controllare sono lo stress e l’emotività che possono davvero aumentare le palpitazioni rendendole ingestibili.

Un ottimo aiuto è iscriversi ad un corso di yoga nel quale vi insegneranno l’uso del training autogeno respiratorio per indurre il rilassamento del corpo e della mente. Ci sono diversi esercizi da fare in gravidanza che possono aiutare. Riposo, alimentazione bilanciata e adeguata e l’assunzione di liquidi sono alla base del vostro benessere e quello del bambino. Evitate, però, di bere tisane rilassanti senza aver consultato il ginecologo perché non tutti composti naturali vanno bene in gravidanza.

Pertanto, avere il battito cardiaco accelerato gravidanza può essere una condizione del tutto normale che non deve spaventare. Se vi rendete conto che c’è qualcosa di strano e riscontrate una tachicardia rivolgetevi al vostro ginecologo che saprà valutare il vostro stato di salute e quello del bambino.

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