Zanzare infette, è allarme: possono portare anche al decesso (2 / 2)

Quando si parla di zanzare, il panico prende il sopravvento e stavolta, ci sono tutte le ragioni per impaurirsi, in quanto l’incubo Dengue, con 60 casi già registrati in Italia dall’inizio dell’anno, è tornato.  Gli studiosi che stanno attentamente monitorando la situazione ci aggiornano, dicendo che nessuno di  questi casi è  nato nella penisola ma che tutti sono il frutto di viaggi effettuati all’estero.

Il punto della situazione viene fatto dall’Istituto Superiore di Sanità (ISS),  che pone l’accento sui  cambiamenti climatici che favoriscono la diffusione dei vettori. La Dengue è un a patologia   virale trasmessa dalle zanzare del genere Aedes,  in particolare Aedes aegypti e Aedes albopictus, tipiche delle aree  tropicali e subtropicali del pianeta.

Purtroppo gli ultimi dati statistici non sono positivi, in quanto nel mondo i casi di Dengue sono più di icinque milioni i casi e, solo nel 2023, sono stati registrati  oltre 5mila i decessi con un aumento dei casi negli anni seguenti. Questo ci deve portare a non abbassare mai l’attenzione, anche perché dal  1° gennaio al 31 maggio 2025, ci sono stati  60 casi confermati di Dengue che hanno interessato  le persone di  41 anni di età in media,  di cui il   53% è di sesso maschile. Finora in Italia non ci sono stati decessi e in vetta alle regioni contagiate troviamo la  Lombardia con 16 casi,  seguita dai dieci casi della Toscana e dagli otto casi del Lazio.

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La Dengue non è l’unica preoccupazione, in quanto  sono stati segnalati casi di  Chikungunya, di Zika virus,  di encefalite da zecca (TBE, tutti autoctoni) e un caso di virus Toscana. A

L’ Istito superiore di Sanità ci fa sapere che  l’infezione da virus Dengue può manifestarsi  o senza sintomi o  con sintomi simil-influenzali,  tra cui figurano:  febbre elevata, cefalea, dolori muscolari e articolari, nausea, vomito e, in alcuni casi, rash cutanei.  La  Dengue grave o Dengue emorragica può provocare complicanze potenzialmente  fatali,  specialmente  nei soggetti vulnerabili o affetti da infezioni secondarie.