Yara, la confessione della moglie di Bossetti (2 / 2)

Marita Comi, la moglie di Massimo Bossetti, in un’intervista rilasciata per il programma “Segreti e delitti” su Canale 5, si è lasciata andare ad uno sfogo, parlando di come è cambiata la sua esistenza dopo che il marito, ritenuto colpevole della prematura scomparsa di Yara, è finito in cella.

Questo quanto da lei dichiarato: “I momenti più difficili sono stati i primi mesi dopo il suo arresto, quando c’era un’attenzione mediatica quotidiana” per poi lasciarsi andare all’esternazione del “peso” che si porta dietro, essendo la moglie di quello che, per la legge, è il colpevole di un reato così grave. Difatti Marita ha aggiunto: “Non faccio più le cose che facevo prima, non vado più in mezzo alla gente, vado a fare la spesa ma le attività dei bambini le evito, non vado alle feste della scuola perché sento lo sguardo della gente”.

Marita è una donna alle prese con una situazione non certo facile ma che ha sempre difeso a spada tratta il marito. Anzi, nel parlare del dialogo intercorso tra lei e il suo compagno nella casa circondariale, ha detto: “Quando gli ho chiesto di dirmi la verità durante i nostri incontri in penitenziario, non è che dubitavo di lui, ma gli ho fatto tutte le stesse domande che i pm e e gli inquirenti avevano fatto a me dicendomi che erano sicuri che fosse lui (ad aver fatto fuori) Yara”.

La Comi è convinta dell’ innocenza di suo marito Massimo Bossetti, dicendo di non aver mai dubitato di lui ed è per questi motivi che ha scelto di restargli sempre accanto, battendosi per avere giustizia. Come riportato da Il Mattino, in relazione ai suoi rapporti col resto della famiglia, Marita ha precisato: “Ester, mia suocera, è distante dalla nostra famiglia. Chiama i nipoti al telefono e da un anno a questa parte è venuta a trovarli solo una volta. Io sono sola con i miei figli, qualche parente e alcune persone mi aiutano. Il sindaco del paese ha provato ad aiutarmi a cercare un lavoro, ma so che quando riferisce il mio nome, le persone si tirano indietro. Perché forse lavorando da loro, potrei attirare giornalisti. Sarei disponibile a fare qualunque tipo di lavoro già da domani”. 

Ma c’è una confessione, avvenuta in corso d’intervista, che fa accapponare la pelle. E’ quella della descrizione di cosa è avvenuto quando gli inquirenti, dopo l’arresto del marito, hanno perquisito la loro casa: “Ci hanno anche sequestrato alcuni album di famiglia, strappato senza intenzione qualche pagina e fatto cadere oggetti di vetro, e non mi hanno mai chiesto scusa. Mi prendevano in giro e sono arrivati a dire che allora mi avrebbero sequestrato tutta la casa”.