Vittorio Gassmann è sepolto nel cimitero romano del Verano e, sulla sua lapide di marmo, c’è scritto “attore” e “non fu mai impallato”. Ma cosa significano queste due parole? Sono in tantissimi coloro che, a distanza di 25 anni dal suo decesso, continuano a chiederselo e noi vi sveleremo cosa si nasconde dietro questa dicitura.
E’ stato lo stesso attore e regista, in un’intervista a Corrado Augias risalente al lontano 1989, quando aveva 67 anni, a spiegarne il significato, dicendo: “Non fu mai impallato è un termine tecnico cinematografico: è impallato ciò che si nasconde alla macchina da presa. Io mi sono sempre fatto vedere, mi sono esposto e, a teatro, credo addirittura d’ aver avuto un certo coraggio, che per me, date le premesse, è il massimo”.
L’epitaffio, scritto dallo stesso Vittorio e che da 25 anni campeggia sulla lapide di marmo bianco semplicissima, in cui compare la foto di Gassman che sorride senza ridere, è dunque fortemente ironico ma nello stesso tempo distintivo. L’intervista di Augias all’attore, per chi non lo sapesse, avvenuta in un periodo in cui Vittorio, a causa della patologia, aveva dovuto rinviare alcuni impegni lavorativi , generando apprensione nei fan. Quanto l’intervistatore gli ha chiesto : ” E di sé che direbbe?”, la risposta di Gassman è stata davvero profonda, tra il malinconico e l’introspettivo.
Questo ciò che Gassman disse :”La mia epigrafe, se è questo che mi chiede, è già scritta. Sulla lapide si leggerà: Vittorio Gassman, fu attore. Poi una piccola chiosa, giù in fondo quasi illeggibile: Non fu mai impallato. È un termine tecnico cinematografico: è impallato ciò che si nasconde alla macchina da presa. Io mi sono sempre fatto vedere, mi sono esposto e, a teatro, credo addirittura d’ aver avuto un certo coraggio, che per me, date le premesse, è il massimo”.
In questo epitaffio è racchiuso tutto ciò che è stato il filo conduttore della vita di Vittorio: non risparmiarsi mai davanti alla camera o sul palco, donandosi incondizionatamente al suo pubblico che lo ha subito amato, senza nascondere le proprie debolezze e le proprie paure, cominciando dalla paura della morte, passando per la solitudine e per la paura d’invecchiare.