
Domenica sera, durante Chi vuol essere milionario – Il Torneo, la musicista e docente milanese in pensione ha raggiunto il traguardo massimo del quiz condotto da Gerry Scotti su Canale 5, diventando solo la quinta vincitrice della storia del programma dopo 1.692 puntate. Classe 1956 e formazione classica, Licari ha affrontato le dieci domande che l’hanno condotta al milione con lucidità e strategia.
L’ultima, quella decisiva, chiedeva di identificare il romanzo iniziato con “Molti anni dopo. Di fronte al plotone di esecuzione…”. “Non conoscevo Cent’anni di solitudine”, ammette, “ma ragionando per esclusione, e confrontando con La peste, Delitto e castigo e il film del Dottor Zivago, sono arrivata alla risposta giusta: Gabriel García Márquez”.
Tra le domande più insidiose, due hanno davvero messo alla prova le sue certezze. La prima riguardava la parte più occidentale dell’Europa: “Ero indecisa tra Spagna e Portogallo. Ho usato il 50 e 50 e così ho potuto rispondere con sicurezza”. La seconda era un quesito sul programma televisivo Non Stop, trasmesso alla fine degli anni ’70. “Potevo rispondere, ma non ero certa“, spiega, “così ho utilizzato lo Switch per cambiare la domanda”.

Vittoria Licari può finalmente godersi la vita con un milione di euro sul conto. “Mi sento molto più serena”, racconta la concorrente. “Posso concentrarmi sulle cose belle senza il peso costante dei problemi economici”. Con il premio, Vittoria pensa già a come godersi il tempo libero. «Faremo un viaggio insieme, anche se ancora non sappiamo dove», racconta dell’amica, mentre lei stessa ha in programma una visita a Berlino per un concerto dei Berliner, senza dimenticare una crociera intorno al mondo, se troverà la rotta ideale.
Ma il denaro le serve anche per la quotidianità: “Mio marito soffre di demenza senile e ha bisogno di assistenza costante. Finalmente posso garantire tutto ciò senza preoccupazioni”. Infine, sulla gestione del milione e il tempismo della vittoria, Licari non ha dubbi: “Se lo avessi vinto a 20 anni non avrei avuto la maturità per affrontarlo. Ora, invece, è il momento giusto: avevo davvero bisogno di queste risorse”.