Vigilessa, dall’avvocato esce fuori il dettaglio raccapricciante: "In 3 minuti.." (2 / 2)

I genitori sono convinti che si sia trattato di femminicidio e vogliono  che venga  fatta luce sull’accaduto, sino a quando non otterranno giustizia e verità. Di parere diametralmente opposto è la difesa dell’indagato. A  parlare è stato il legale Claudio Benegati,  dicendo, come riportato da leggo.it: “È contestato nel capo di imputazione che la povera Sofia, a cui dobbiamo tutti portare rispetto, non accettava la fine della relazione ed era molto arrabbiata rispetto a questa cosa. Ha mandato messaggi reiterati”

Secondo la ricostruzione del legale, giovedì pomeriggio Sofia sarebbe piombata all’improvviso al comando di Anzola, in cui il suo assistito, oggi indagato Gualandi lavora, precisando che lui non sapeva nulla del suo arrivo.

A quel punto, “tutto è durato tre minuti“, da quando la 33enne è entrata in ufficio alla chiamata ai soccorsi La difesa parla di una piccola colluttazione e che il colpo sia partito per sbaglio, dunque accidentalmente, proprio dalla pistola che lui aveva in ufficio in modo da poter fare esercitazioni al poligono come da programma.

Si è trattato di un dispositivo carico e naturalmente i giornalisti gli hanno chiesto il perché lo fosse, se doveva pulirla. Il legale ha risposto che proprio questo è uno dei problemi della vicenda, e non ha escluso la responsabilità colposa del suo assistito.

Ad essere in discussione è l’intenzionalità , quindi la volontarietà dell’atto, volto a togliere la vita. Il legale ha chiosato: “Facciamo tutti gli accertamenti tecnici, la perizia balistica, ma non diamo per assodato e per certo che qui siamo di fronte ad un gesto volontario”.