
Una triste storia che giunge direttamente dal penitenziario Montorio di Verona in cui un giovane detenuto si è tolto la vita e la notizia, logicamente, è stata ripresa dalla stampa, dal momento che la casa circondariale, specie in queste ultime settimane, è stata oggetto di un fortissimo clamore mediatico.
Il Montorio è il penitenziario in cui è recluso Filippo Turetta, reo confesso del femminicidio di Giulia Cecchettin, la giovane studentessa 22enne veneziana cui ha tolto la vita per poi disfarsi del suo corpo, buttandolo in un canalone nei pressi del lago di Barcis e fuggire in Germania, dove è stato fermato e tradotto in cella, sino all’estradizione in italiana.
Proprio nel Montorio, un ragazzo 30enne marocchino, Oussama Saidiki, recluso da tre anni, che avrebbe finito di scontare la sua pena fra 3 mesi, si è tolto la vita, impiccandosi nella sua cella in isolamento, nel giorno dell’Immacolata, l’8 dicembre 2023. La notizia del decesso è stata divulgata dall’associazione “Sbarre di Zucchero”.

Questo annuncio giunge poche ore dopo dal decesso di un detenuto del penitenziario San Vittore, c avvenuto in ospedale, che ha tentato il gesto estremo mentre era in corso la diretta della Prima della Scala di Milano. L’associazione “Sbarre di Zucchero” , nel comunicato con cui ha annunciato il decesso del detenuto, ha fatto delle precisazioni sullo stato di salute mentale del giovane recluso, dicendo: “Oussama non stava bene, aveva già dato ampi segnali in passato di disagio psichico, ingerendo vetri, ad esempio, ed incendiando la sua cella”.
Quello del 30enne marocchino è il terzo gesto estremo avvenuto all’interno del Montorio in meno di un mese, dopo Farhady Mortaza e Giovanni Polin detenuti che si sono tolti la vita, rispettivamente, il 10 e il 20 novembre. L’associazione ha posto l’accento sul silenzio insostenibile dell’ Istituto e Garante dei detenuti cui è chiesto di intervenire urgentemente, specie nei confronti di detenuti affetti dal problemi psichici che sono rinchiusi nelle celle “ordinarie”. Un fenomeno, questo dei suicidi in penitenziario, molto più dilagante di quanto si pensi, dando vita ad una vera e propria emergenza sociale.