Vaticano sotto choc, è morto all’improvviso poco fa (2 / 2)

 

 

Monsignor Michele Basso è stato trovato morto nelle sue stanze, a ridosso della Basilica vaticana, colpito, con molta probabilità, da un attacco cardiaco. A ritrovarlo privo di vita, sarebbero stati alcuni prelati, insospettiti perché per tutto il giorno non aveva risposto al telefono. L’anziano canonico da diverso tempo accusava malesseri e acciacchi legati all’età e con la sua morte, nella sua tomba, si è portato via una serie di misteri legati ad un vero e proprio tesoro.

Parliamo di una sbalorditiva collezione che, già in passato, aveva innescato curiosità e qualche grattacapo per la Santa Sede. La notizia del suo decesso è stata riportata da prestigiosi e autorevoli quotidiani tra cui Il Messaggero che ci riporta il contenuto della collezione. Si tratta di una settantina di pezzi, tra materiale archeologico, statue in marmo e di legno, dipinti su tela, tavole incise su rame e schizzi su carta.

Si tratterebbe di tele della scuola di Mattia Preti, bozzetti di Pietro da Cortona, tavole lignee del Guercino, di Golzius, di Pasqualotto, oltre che sculture lignee del Seicento e persino una scultura in marmo bianca ispirata ai Prigioni di Michelangelo. Oltre alle tele autentiche, precisa Il Messaggero, ci sarebbero diversi falsi, realizzati da falsari molto abili che operavano a Roma soprattutto all’epoca del Gran Tour.

Ad oggi nessuno conosce la provenienza di quei pezzi storici e il complesso mistero dovrà essere risolto dal cardinale Mauro Gambetti, arciprete della basilica da poco più di un anno. La corposa collezione è stata sigillata in una trentina di casse della Segreteria di Stato, per poi essere nascosta in un luogo segreto sotto la Cupola. Il reperto più importante è una copia risalente agli inizi del Novecento del famoso Cratere di Eufronio, il cui originale etrusco è conservato nel Museo di Villa Giulia. Monsignor Basso, dinnanzi ai giornalisti e ai curiosi che gli chiedevano delucidazioni in merito al suo tesoro, rispondeva che era tutto a posto, tutto regolare.

Intervistato da Il Messaggero, disse: “Io ho donato tutto alla Fabbrica di San Pietro. Ora non sono più il proprietario. Non ne so più niente. È come ritrovarsi con tante scarpe nell’armadio. Alcune sono state comprate e altre sono state regalate”. Con la morte di questo grande appassionato di storia dell’Arte, che aveva scritto moltissimo sulla Basilica di San Pietro e sulle Grotte vaticane, il mistero riguardante la sua collezione è tutt’altro che risolto. Si tratta di collezioni private ereditate da Basso? Oppure sono regolari acquisti fatti nel tempo? Altra ipotesi è che possa trattarsi di regali ricevuti da benefattori o di beni ecclesiastici mai catalogati. Continueremo ad aggiornarvi, ovviamente.