Variante Pirola, il sintomo che appare una settimana prima di essere positivi (2 / 2)

A fare il punto della situazione, in una lunga intervista rilasciata a Il Resto del Carlino, è Vittorio Sambri, direttore dell’Unità operativa complessa di Microbiologia dell’Ausl della Romagna e professore dell’Università di Bologna, che ha dichiarato: “Il Covid-19 come malattia che conoscevamo non esiste più. Esiste, piuttosto, l’infezione da Sars Coronavirus, molto sovrapponibile alle altre infezioni respiratorie, ma è una malattia diversa, molto diversa”,. 

La variante Pirola, scientificamente nota come variante BA.2.86, sulla base di quanto il professor Sambri ha dichiarato, è stata trovata da un paio di mesi in giro per il mondo, con caratteristiche interessanti dal punto di vista virologico, con modifiche sulla proteina spike rispetto ad altre varianti. L’aumento dei casi in Italia è avvenuto circa un mese e mezzo fa e, ovviamente, ci preme sapere quali siano i sintomi a cui prestare attenzione.

Come esordisce? Con mal di testa, raffreddore, febbre di solito sotto i 38, cefalea e, in particolare, aumento della secrezione nelle vie respiratorie, che potrebbe facilmente essere confuso con qualcosa di meno grave, ragion per cui è opportuno conoscere che si manifesta in caso di Pirola.

Ricordiamo che il periodo di incubazione è di circa 3-7 giorni per cui, dopo questo periodo, il soggetto contagiato inizia ad avvertire i sintomi di cui abbiamo parlato. Il professor Sambri, nel corso della lunga intervista a Il Resto del Carlino parla di tre virus che circoleranno: l’influenzale, il Sars Coronavirus e il virus respiratorio sinciziale che si diffonderanno tuti assieme per cui l’allerta è massima.

In Italia, la variante più diffusa oggi è l’Eris, EG.5, ma i vaccini aggiornati sembrano efficaci a riguardo e sono arrivati già i primi lotti. Lungi dal creare allarmismi, gli esperti come sempre hanno il compito di fornirci informazioni utili a prendere sul nascere il contagio.