Variante Eris, i sintomi sono diversi: scopriamo cosa cambia (2 / 2)

Come spiega il dottore William Schaffner, specialista in malattie infettive e professore presso la Vanderbilt University School of Medicine, la variante Eris sarebbe una discendente della variante Omicron: “Omicron è come se fosse il ‘nonno’ di ‘Eris“. Quest’ultima è ancora più contagiosa, ma non provoca gravi danni.

Come spiega infatti sempre il dottor Schaffner, la varante Eris starebbe causando una malattia più lieve, che ‘non rende necessario il ricovero in ospedale’. Anche l’Organizzazione mondiale della sanità ha voluto ribadire questo concetto con un comunicato in cui ha puntualizzato quanto segue: “Il rischio per la salute pubblica rappresentato dall’EG.5 è valutato basso a livello globale”. 

Stando, inoltre, alle ultime novità su questa nuova variante, pare che i sintomi siano in parte molto diversi da quelli con i quali abbiamo avuto a che fare gli anni passati. Se a far scattare l’allarme in passato era la febbre alta, la perdita dell’olfatto e le difficoltà respiratorie con bassissima saturazione, con la variante Eris sembrano non essere più preponderanti o comunque molto più lievi.

Questa volta occorre prestare attenzione a questi nuovi sintomi: mal di gola, naso che cola, naso chiuso, starnuti, tosse secca o grassa, mal di testa, raucedine, dolori muscolari e senso dell’olfatto alterato.

In caso di positività al virus occorre assumere sin da subito farmaci antivirali per evitare che che la malattia degeneri. Il ministero inoltre raccomanda inoltre di isolarsi per almeno cinque giorni da quando si sono sviluppati per la prima volta i sintomi del virus.