Variante Chiron, la notizia è appena arrivata: ecco cosa hanno scoperto (2 / 2)

La variante in questione ha “un’ampia capacità di fuga dagli anticorpi neutralizzanti”, a detta degli esperti, che ritengono che la sua elusività sia ben superiore a quella di altri lignaggi di Omicron attualmente dominanti tra la popolazione. Al di è la dei mille nomi, spesso mitologici, delle diverse varianti, che potrebbero solo portarci a fa confusione, una cosa è certa.

Il Covid, come previsto dagli scienziati, sta dando vita a varianti sempre più elusive, che vanno attentamente monitorate. A scanso di equivoci, elusività non è sinonimo di maggiore pericolosità, ma di sicuro vanno tenute sotto stretta osservazione per determinare la loro traiettoria pandemica. A scoprire che la variante Chiron sfugge agli anticorpi neutralizzanti è stato un gruppo di ricerca internazionale, capeggiato dal Karolinska Institutet di Stoccolma, che si è avvalso della collaborazione dell’Ospedale Universitario Karolinska, del Dipartimento di Malattie Infettive dell’Imperial College di Londra e del Dipartimento di Scienza e Ingegneria dei Biosistemi dell’ETH di Zurigo.

Gli scienziati, coordinati dal professor Ben Murrell, docente presso il Dipartimento di Microbiologia, Tumori e Biologia Cellulare, hanno effettuato gli esperimenti sulla base di tre finestre temporali: i campioni di sangue dei donatori svedesi, datati tra l’8 e il 14 novembre 2021 (prima dell’arrivo della Omicron); campioni donati tra l’11 e il 17 aprile 2022 (quindi dopo una significativa ondata di infezioni provocate da Omicron 1 e Omicron 2 ma quando era disponibile la terza dose vaccinale), e campioni più recenti, raccolti tra il 29 agosto e il 4 settembre 2022 (dopo la diffusione della variante Chiron, che è quella attualmente dominante).

In tutti e tre i periodi presi in esame, la variante Chiron è riuscita a sfuggire alla neutralizzazione da parte degli anticorpi, quindi la sua elusività è di gran lunga superiore rispetto alle varianti che l’hanno preceduta. Questa elusività sarebbe favorita, a detta di coloro che hanno portato avanti lo studio, dalle mutazioni specifiche R346T, F486S e D1199N sulla proteina S o Spike.

Allo stato attuale, la Chiron è diffusissima in Austra, anche se la paura è che possa diffondersi rapidamente, guidando una nuova ondata pandemica. Intanto l’Oms (Organizzazione Mondiale della Sanità) la sta monitorando. Gli esperti consigliano vivamente di vaccinarsi e di sottoporsi a tutte le dosi booster previste per la propria categoria.