Mentre proseguono le indagini sul delitto di Pierina Paganelli, avvenuto nell’autunno 2023 nel condominio di via del Ciclamino, una nuova svolta riguarda Valeria Bartolucci, moglie del principale indagato, il senegalese con cui conviveva nello stesso stabile della vittima.
Lunedì 6 maggio, la donna è stata ascoltata in Procura, avvalendosi della facoltà di non rispondere e assistita dall’avvocato Chiara Rinaldi. Non è escluso un nuovo interrogatorio, considerando che era già stata sentita in precedenza. Fin dall’inizio delle indagini, Bartolucci aveva sostenuto che, la sera del delitto, sia lei che il marito erano andati a dormire.
Tuttavia, lo scorso febbraio, gli investigatori – il sostituto procuratore Daniele Paci e il capo della squadra mobile Marco Masia – hanno acquisito un’intercettazione in cui la donna, in una telefonata con un’amica, avrebbe raccontato dettagli inquietanti.
Secondo la registrazione, tre persone le avrebbero chiesto di scendere in garage, dove giaceva il corpo senza vita di Pierina Paganelli, e di ripulire le tracce ematiche. Roberta Bruzzone, consulente della difesa, ha descritto Bartolucci come una donna «tritata da un anno e mezzo di pressione mediatica», al punto da valutare un ricovero psichiatrico.
Intanto, gli inquirenti sembrano concentrarsi su un possibile complice che avrebbe aiutato il killer a occultare le tracce del delitto. Un altro elemento che riemerge è la vicenda di Giuliano Saponi, figlio della vittima, finito in coma nel maggio 2023 dopo un misterioso incidente, mesi prima delitto della madre. Che ci sia un collegamento con quanto accaduto alla povera Pierina Paganelli l’anno successivo? Le indagini proseguono tra contraddizioni e nuovi possibili sviluppi, mentre il caso continua a suscitare forti interrogativi.