Vaccino Covid-19, il nuovo e inatteso effetto collaterale (2 / 2)

La risposta a quell’interrogativo, emersa dalle analisi incrociate dei dati clinici e di laboratorio, è stata netta: i preparati a mRNA possiedono un’azione biologica inaspettata. Secondo la scoperta di un apposito gruppo di ricerca, i vaccini a mRNA sviluppati per contrastare il COVID-19 possiedono una funzione accessoria di portata sorprendente.

Queste molecole sono infatti in grado di potenziare l’azione e l’efficacia di una serie di trattamenti già esistenti e fondamentali: si parla nello specifico delle terapie immunitarie dirette contro i tumori.È un effetto che la comunità scientifica ha subito ribattezzato come un “collaterale” talmente prezioso da ridefinire l’intera strategia oncologica del prossimo decennio.

Il meccanismo scoperto dimostra come una semplice iniezione, nata per proteggere da un agente patogeno, possa contemporaneamente potenziare il sistema di difesa del corpo nella lotta contro la proliferazione delle cellule malate. L’inattesa sinergia tra i preparati usati per l’emergenza sanitaria e le cure per le patologie più complesse apre quindi una strada inedita.

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Le fiale prodotte in massa durante la pandemia, e per le quali la scienza ha lavorato a ritmi incessanti, oggi non rappresentano più solo uno scudo, ma un’arma potenziale per migliorare in modo tangibile l’esito delle terapie esistenti.

Se i test clinici lo confermeranno, la somministrazione di particolari vaccini a mRNA potrà essere valutata come terapia di aiuto, da affiancare ai vaccini specificamente sviluppati contro i mali del secolo e su cui c’è ancora molta ricerca da fare. Vedremo insomma che tipo di passi avanti farà la ricerca in questo campo.