Va a pregare sulla tomba del figlio e trova la morte: “Portava dei fiori” (1 / 2)

Va a pregare sulla tomba del figlio e trova la morte: “Portava dei fiori”

Cosa c’è di più difficile da sopportare della morte di un figlio? Ti logora l’anima, è contro natura. Chi è rimasto orfano di un figlio, a causa di malattie, incidenti stradali o domestici, sa perfettamente quanto sia dura cercare di sopravvivere.

Chi ha fede, trova consolazione nel recarsi al cimitero, nel visitare la cappella, addobbandola come può, con pelouche, foto, oggetti che rappresentano le passioni che il giovane defunto aveva in vita.

Si sta avvicinando il Giorno dei Morti e, se ci fate caso, anche semplicemente andando a salutare i vostri cari che non ci sono più, vi accorgerete di quanto alcune tombe siano piene, non solo di fiori, ma di oggetti appartenuti al defunto.

Il dolore di chi ha perso un figlio è una ferita sempre aperta, una piaga lacerante, inguaribile. Si vive di ricordi, con la speranza di ricongiungersi presto a chi è stato strappato prepotentemente da questa vita.

Lo si cerca ovunque: seduti sul suo letto, sentendo il profumo dei suoi indumenti, in uno sguardo di un passante in cui ci si rivedono i suoi occhi, in una canzone che adorava ascoltare.