Un disoccupato vede un cartello e decide di presentarsi (2 / 2)

Un disoccupato, alla ricerca di un lavoro, nota un cartello fuori da un bar con la scritta: “Cercasi persona per mansioni delicate“. Incuriosito, decide di entrare e chiedere informazioni. Il proprietario del bar lo accoglie e gli spiega la situazione: “Qui tutte le sere arriva Gigi la bestia, un tipo grande e grosso che fa il prepotente. Mi servirebbe una persona robusta come lei per fargli capire, con educazione, che il suo comportamento non è accettabile. In realtà, se lo si tratta nel modo giusto, non è cattivo.”

L’uomo, desideroso di lavorare, accetta l’incarico. Il giorno seguente, il nuovo impiegato si presenta puntualmente al bar per il suo primo giorno di lavoro. Tutto sembra tranquillo fino a quando, nel pieno della serata, un omone enorme entra nel locale. Inizia subito a urlare, colpisce il bancone con i pugni e si comporta in maniera estremamente maleducata, ruttando e scorreggiando in faccia ai clienti, mentre mangia e beve in modo esagerato.

A quel punto, l’uomo si fa coraggio e, rispettando le istruzioni ricevute, si avvicina con fare educato per parlare con l’omone. “Buonasera, io sono…” inizia a dire, ma l’omone non gli lascia neanche finire la frase. Lo afferra per il collo, lo scaraventa a terra e inizia a riempirlo di pugni. Come se non bastasse, gli rovescia un boccale di birra in testa e, per umiliarlo ulteriormente, gli tira giù i pantaloni lasciandolo in mutande davanti a tutti i presenti.

Dopo averlo ridotto in questo stato, l’omone finisce di bere e, con un ruttone finale, se ne va senza neanche pagare. Il povero impiegato, umiliato e dolorante, trova la forza di urlargli dietro: “Aspetti, non vada via! Devo dirle una cosa!” Ma l’omone, mentre si allontana in fretta, risponde: “No, devo scappare! Tra poco arriva Gigi la bestia e saranno guai per tutti!”.

Con questa scena tragicomica, la situazione si ribalta completamente: l’omone che sembrava già una “bestia” è in realtà terrorizzato da qualcun altro, Gigi la bestia, rendendo l’intero episodio paradossale e divertente. La barzelletta gioca proprio sul contrasto tra aspettative e realtà, generando una risata a partire dalla sorpresa finale.