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I carabinieri che indagano sul decesso della giovane pallavolista Simona Cinà, hanno messo verbale, in due pagine, cosa hanno portato via dalla villa di Bagheria in cui la ragazza è stata rinvenuta priva di vita. Scrivono così: “Venticinque bottiglie vuote di gin, quattro di Aperol spritz, nove di spumante”, precisando che erano tutte accatastate in due sacchi di plastica, poi la biancheria intima della ragazza, “la maglietta verde e i pantaloncini di jeans grigi” .
Parliamo di un elenco molto dettagliato di oggetti, sequestrati due giorni dopo il decesso di Simona. Dal momento che l’unica telecamera che avrebbe potuto far luce sulla vicenda, non funzionava, tali oggetti possono rappresentare, per la Procura di Termini Imerese, una manna dal cielo.
Essi potrebbero servire agli inquirenti a comprendere cosa si è consumato nella notte di sabato e cosa abbia determinato il trapasso della pallavolista ma, dopo il ritrovamento di 40 bottiglie di alcolici, una cosa è certa: l’alcol c’era, circolava eccome nella villa, durante la festa.
I genitori di Simona hanno ribadito che la figlia era sana e sottoposta a regolari controlli medici , data l’attività sportiva che praticava. Intanto cresce l’attesa per l’autopsia, in quanto i familiari sospettano qualcuno abbia dato alla ventenne una droga che l’ha poi fatta fuori. Fondamentale sarà anche capire se nei polmoni di Simona ci siano tracce di acqua, circostanza che proverebbe l’annegamento.
La ragazza, cioè, avrebbe avuto un malore e potrebbe essere annegata. Prezioso, per gli inquirenti è l’aiuto offerto dall’ analisi degli oggetti sequestrati: i vestiti, il costume che Simona indossava quando è morta, bottiglie, bicchieri e piatti portati via dai carabinieri. L’alcol circolava alla festa di laurea, come provato dalle bottiglie ritrovate dai carabinieri, ben 40.