Uccide la moglie a coltellate: la notizia choc dal carcere (2 / 2)

Terni, lo strano suicidio di un detenuto - Il Capoluogo

Secondo quanto fa sapere in queste ore la stampa nazionale, un uomo ha ucciso sua moglie a coltellate a Terni, in Umbria. Il presunto uxoricida, Xhafer Uruci, 62 anni, era stato quindi fermato nella notte tra giovedì e venerdì scorso con l’accusa di omicidio.

Da quanto ricostruito fino a questo momento, il 62enne, bloccato subito dopo il delitto, era accusato di omicidio volontario e come detto avrebbe colpito la moglie con una serie di coltellate, togliendole la vita. Le forze dell’ordine lo hanno però subito rintracciato.

Uruci era detenuto nel carcere di Terni, a disposizione dell’autorità giudiziaria, ma in queste ore è stato trovato senza vita nella sua cella. L’uomo si è infatti impiccato. Si tratta quindi di un gesto volontario. A nulla sono valsi i soccorsi tempestivi, visto che la cella dove egli si è tolto la vita si trova proprio vicino l’infermeria della casa circondariale.

Secondo quanto riporta l’Ansa l’uomo era da solo in una cosiddetta cella di transito. Una procedura prevista in attesa dell’udienza nella quale il gip doveva esaminare la richiesta di convalida di fermo, udienza che si sarebbe dovuta tenere a breve.

“Mi chiedo, come mai questa persona non era tenuta sotto stretta sorveglianza h24, a meno di due giorni dal grave fatto di sangue” – così commenta l’avvocato Giorgio Cerquetti, difensore d’ufficio della vittima. Il legale afferma che già durante l’interrogatorio in caserma il suo assistito era apparso molto provato. “La sua condizione mentale era assolutamente precaria, come era parso evidente a me, ma anche all’autorità giudiziaria, quando giovedì sera era stato sentito in questura. Ho avuto subito la percezione di una persona disturbata, sconvolta, mi è bastato parlarci qualche minuto. Impressione confermata anche nel successivo interrogatorio da parte del pm. Dai resoconti giornalistici ho appreso dei suoi problemi di salute, del fatto che assumesse farmaci, e queste condizioni problematiche, fisiche ma pure mentali, mi sono sembrate palesi. Anche per questo non lavorava più da anni. Mi chiedo se ci sia stata la doverosa attenzione, in carcere, verso una persona così provata e a poche ore dall’omicidio” – così conclude l’avvocato Cerquetti.