Tumore del pancreas, si può sopravvivere? Le parole del medico (2 / 2)

Il tumore del pancreas, fanno sapere i medici, è una malattia caratterizzata dalla comparsa di cellule anomale nel tessuto pancreatico. Nella maggior parte dei casi, le neoplasie si sviluppano nel pancreas esocrino, ovvero nella porzione deputata alla produzione gli enzimi utili alla digestione, originando nella testa o nel collo del pancreas. I dati relativi alle diagnosi sono davvero agghiaccianti in quanto per quanto riguarda il nostro Paese, solo 2020, esse sono state oltre 14 mila.

Il tumore al pancreas è un tumore silente ma malvagio, il più letale di tutti, non a caso 3/4 dei malati, nel giro di un anno dalla diagnosi, purtroppo non ce la fa.Ma questo a cosa è dovuto? Innanzitutto dal fatto che, specie nelle fasi iniziali della malattia, non si manifestano sintomi oppure si tratta di sintomi talmente aspecifici, da non creare sospetti sino a quando, in ritardo, arriva la sconcertante diagnosi.

Insomma, il calvario ha inizio quando già il cancro ha formato metastasi, intaccando, dunque, altri organi vitali. Essendo ricco di tessuto stromale, per tale organo colpito da tumore, è difficile veicolare farmaci al suo interno farmaci in grado di sconfiggerlo ed è per questo che è così difficile da trattare. Dato che crea metastasi molto rapidamente, pur quando è ancora di ridotte dimensioni, la rimozione chirurgica del tumore non è indicata in tutti i casi di neoplasia pancreatica.

La chirurgia può essere applicata ad un ristretto e selezionato numero di pazienti, pari a circa il 20-30% di tutte le nuove diagnosi. E’ fondamentale il centro ospedaliero in grado di erogare la prestazione, dato che il tumore al pancreas, rimosso chirurgicamente, può creare un forte rischio di complicanze e mortalità, per cui l’esperienza dei chirurghi è essenziale. Esistono in Italia diversi ospedali specializzati che sanno gestire al meglio le complicanze post-operatorie. Ovviamente l’intervento chirurgico da solo non basta. In diversi casi, viene effettuata la chemioterapia prima dell’intervento, per trattare da subito le possibili micrometastasi, rimpicciolendo il tumore primitivo. Se la malattia è in fase avanzata, l’uso della chemioterapia può essere d’aiuto per ridurre le dimensioni del tumore, controllare i sintomi, migliorare il benessere e le capacità funzionali del paziente e prolungare la sopravvivenza.

La chemioterapia standard è rappresentata dal trattamento con sola gemcitabina, nei casi in cui il tumore al pacreas è metastatico. Un’altra possibilità è rappresentata dalla somministrazione di FOLFIRINOX (5-fluorouracile, leucovorin, irinotecan e oxaliplatino) o gemcitabina più nab-paclitaxel., r5accomandata per i pazienti con cancro pancreatico metastatico, anche se la sua tossicità è superiore a quella della sola gemcitabina. Un’altra possibilità di cura è la combinazione di più farmaci come il 5-fluorouracile, l’oxaliplatino e l’irinotecan. Un mix chiamato tecnicamente mFOLFIRINOX. A differenza di molte altre neoplasie, il tumore al pancreas è scarsamente vascolarizzato, per cui è difficile, in tal caso, far arrivare a destinazione i farmaci. L‘immunoterapia non si è dimostrata utile per il tumore al pancreas. Per migliorarne gli effetti dell’immunoterapia , va modificato il microambiente tumorale, anche se la ricerca è ancora lunga.