Il presidente eletto Donald Trump, in queste ore, è stato chiaro, chiarissimo, rivolgendo un duro monito, che sa di avvertimento, all’Unione Europea, dicendo che le sue esportazioni saranno colpite dai dazi statunitensi se i suoi stati membri non aumenteranno gli acquisti di petrolio e gas dall’America.
Il prezzo di questi ultimi è aumentato parecchio dopo l’inizio della guerra in Ucraina, a dirla tutta, ma ora l’ Europa sta attraversando una crisi di competitività, dovuta anche ai prezzi energetici.
Questo stato di cose comporta un beneficio diretto ed indiretto per l’economia americana. Trump, sulla sua piattaforma Truth, ha messo nero su bianco queste parole: “Ho detto all’Unione Europea che devono compensare il loro enorme deficit con gli Stati Uniti con l’acquisto su larga scala del nostro petrolio e gas. Altrimenti, saranno TARIFFE fino in fondo!!!”. Un duro affondo, il suo, all’Unione europea, indicativo di una questione che sta diventando sempre più incandescente.
Il presidente si riferisce al deficit commerciale. L’ Europa vende agli Stati Uniti parecchi prodotti in più rispetto a quanti non ne compri. Un portavoce della Commissione Ue, ha subito risposto: “I fatti sono che Ue e Usa hanno delle economie profondamente integrate. Siamo pronti a discutere con Donald Trump su come possiamo rafforzare la nostra cooperazione, anche nel settore energetico. C’è già un alto livello di complementarietà nelle relazioni commerciali tra Ue e Usa”.
Gli Stati Uniti, grazie alla diffusione delle tecniche di estrazione del greggio da rocce e sabbie bituminose, che rappresentano un processo ad alto impatto ambientale, rappresentano, ad oggi, il primo produttore di petrolio su scala mondiale, oltre che i primi esportatori di gas naturale liquefatto. Un duro affondo all’Unione Europea, quello di Trump. Il clima, in queste ore, è più teso che mai e tutto potrebbe prendere una piega ben peggiore e nefasta da un momento all’altro. Del resto, la cronaca politica internazionale docet.