Se un tempo le pietre i primitivi le usavano per scuoiare gli animali che cacciavano, oggi, al contrario, sono in tanti i collezionisti sparsi per il mondo. In fin dei conti, chi è appassionato, è sempre a caccia di qualche esemplare particolare.
Ci sono pietre che stupiscono per la forma, per il colore, che catturano subito l’attenzione e altre che passano più inosservate. Come chi è alla ricerca di conchiglie sul bagnasciuga, chi è innamorato delle pietre, tende a camminare con la testa abbassata.
Se si fa un passeggiata in un posto diverso, l’obiettivo è quello di portare a casa qualcosa che possa andare ad aggiungersi alla collezione ma, a volte, l’imprevisto è dietro l’angolo.
E per imprevisto non intendo qualcosa di negativo, in questo caso. La storia che sto per raccontarvi è l’esempio lampante che l’apparenza è una cosa, l’essenza un’altra.
Ho letto questa curiosa notizia e ho scelto di parlarvene, trattandosi di un fatto che potrebbe accadere anche a voi. Quindi, ascoltate attentamente quanto accaduto in Australia.