Treviso, caso Susanna Recchia: "Come Viviana e Gioele" (2 / 2)

Il 3 agosto 2020, Viviana Parisi, 43 anni, scomparve con il figlio di quattro anni, Gioele, dopo aver detto al marito Daniele Mondello che si sarebbe recata al centro commerciale di Milazzo. Invece, Viviana deviò verso la Messina-Palermo e, vicino al viadotto Pizzo Turda a Caronia, ebbe un sinistro stradale con un furgoncino.

Dopo lo schianto, abbandonò l’auto, la borsa e i documenti, e fu vista vicino al guard rail con il figlio. Questa fu l’ultima volta che furono avvistati in vita. I corpi senza vita di Viviana e Gioele furono trovati rispettivamente l’8 e il 19 agosto dello stesso anno. Dopo oltre quattordici mesi di indagini e controversie tra consulenti e periti, il Gip di Patti ha archiviato il caso come delitto e poi suicidio, accogliendo la tesi della Procura.

Nelle 495 pagine del rapporto, il Dottor Aliquò ha confermato che Viviana Parisi avrebbe tolto la vita al figlio e poi si sarebbe lanciata da un traliccio dell’Enel. Secondo la Procura, Viviana, in preda a una crisi psicotica, avrebbe prima eliminato il figlio Gioele.

Come nel caso di Viviana Parisi, anche Susanna stava affrontando un grave disagio psicologico, amplificato dalla conclusione della sua relazione con il marito. Questa situazione di malessere interiore si era intensificata in modo significativo a causa della separazione imminente, spingendola a contemplare la possibilità di togliersi la vita.

La 45enne di Miane, professionista nel campo dell’igiene dentale, stava vivendo una fase particolarmente difficile. La rottura della relazione, che era durata cinque anni e dalla quale era nata la sua ultima figlia, è stata per lei un colpo tremendo. Questa situazione critica ha contribuito a un aumento del suo stato di depressione, portandola a considerare gravi  azioni nei confronti di sé stessa e della sua bambina. Naturalmente, la speranza è che in questo caso Susanna abbia avuto un ripensamento salvando la vita a se stessa e alla figlia.