Un potente terremoto di magnitudo 7,6 ha scosso ieri la remota regione di Magallanes e dell’Antartide Cilena, a sud di Puerto Williams, una delle aree più australi del pianeta. Nonostante la bassa densità abitativa, le autorità hanno immediatamente dichiarato un’allerta maremoto, ordinando l’evacuazione delle zone costiere
Il Cile, situato lungo la Cintura di Fuoco del Pacifico, è uno dei Paesi più sismici al mondo. La memoria dei disastrosi terremoti del passato – come quello di Valdivia (1960, magnitudo 9.5) e di Maule (2010, magnitudo 8.8) – ha reso il Paese un modello nella gestione delle emergenze. Questa volta, la risposta è stata immediata: allarmi sonori, comunicazioni chiare e una popolazione ben addestrata hanno evitato il panico.
La scossa, avvertita anche in Terra del Fuoco (Argentina), ha causato danni a edifici e interruzioni di corrente, ma nessuna vittima è stata registrata, solo qualche ferito lieve. Le scuole e gli ospedali antisismici hanno retto perfettamente, confermando l’efficacia delle rigorose norme edilizie cilene.
Nelle ore successive, le squadre di emergenza hanno allestito tende e distribuito aiuti, mentre i residenti hanno mostrato disciplina e resilienza. “Siamo preparati a queste situazioni”, ha detto un abitante di Puerto Williams. Anche se la terra ha tremato lontano dai grandi centri urbani, il terremoto ha ricordato al mondo la forza della natura e l’importanza della prevenzione.
Il Cile, ancora una volta, ha dimostrato di saper affrontare le catastrofi con coraggio ed efficienza, confermandosi un esempio nella gestione del rischio sismico. Tuttavia, l’allerta rimane ancora alta ed è necessario monitorare costantemente l’area per il timore di ulteriori scosse di assestamento.