Tre vigili del fuoco perdono la vita, la disperazione delle famiglie (2 / 2)

La Direzione centrale per la Salute ha avviato un’indagine interna sui decessi di alcuni vigili del fuoco. L’attenzione è rivolta al comando di Arezzo, dove tre pompieri – Mario Marraghini, Maurizio Ponti e Antonio Ralli – sono deceduti tra il 2022 e il 2023. Un altro caso sospetto riguarda Roberto Parlascino, vigile del fuoco residente in Umbria ma con servizio ad Arezzo.

Episodi simili sono stati segnalati anche in Emilia Romagna, alimentando il sospetto di un possibile legame tra l’attività lavorativa e l’insorgenza della patologia. La situazione ha sollevato preoccupazioni tra i familiari delle vittime, che nel dicembre 2024 hanno scritto al ministero per chiedere il riconoscimento del decesso per causa di servizio.

I 3 vigili del fuoco avrebbero perso la vita a causa di un glioblastoma di IV grado, una neoplasia cerebrale rara. Secondo le statistiche, il glioblastoma colpisce circa 3-4 persone ogni 100mila abitanti, ma la concentrazione di casi tra i vigili del fuoco di Arezzo è considerata anomala.

L’indagine in corso punta a chiarire le possibili cause e a verificare eventuali esposizioni professionali a sostanze dannose. Uno degli aspetti al centro dell’inchiesta riguarda gli PFAS, sostanze perfluorate e polifluorate note per la loro persistenza nell’ambiente e la possibile correlazione con patologie tumorali.

Ad Arezzo, già nel 2024 era emerso un allarme legato alla presenza di PFAS nell’acqua pubblica, dopo un’indagine di Greenpeace che aveva rilevato livelli oltre la norma. Successivamente, i controlli effettuati da Nuove Acque avevano rassicurato sulla sicurezza dell’acqua, ma il tema resta sotto osservazione. Parallelamente, l’analisi si concentra anche sui dispositivi di protezione individuale utilizzati dai vigili del fuoco. L’inchiesta dovrà stabilire se esista un nesso tra l’attività operativa e l’insorgenza del glioblastoma.